Il Tour de France 2024 è già nella storia: la prima Grand Départ in Italia

La Grande Boucle per la prima volta parte dall’Italia. Un evento storico, reso possibile dallo sforzo di Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte, e l’impegno in prima persona dell’ex Ct azzurro Cassani. I protagonisti più attesi Pogacar e Vingegaard. La pattuglia italiana promette battaglia. Ecco cosa dobbiamo aspettarci

IL PERCORSO E LE TAPPE – L’ALBO D’ORO

Il Tour de France 2024 parte dall’Italia. Dice: capirai, sai che notizia, è da settant’anni che la Grande Boucle comincia dall’estero, embè? È già successo venticinque volte. Che vuoi che sia la 26ª, anche se da Firenze? No, forse non ci siamo capiti: il Tour de France parte dall’Italia, per la prima volta nella storia. In 121 anni e, con questa, 111 edizioni, non era mai successo. È più chiaro, ora Capirai: dopo Germania, Svizzera, Lussemburgo, Danimarca, Spagna, persino Inghilterra e Irlanda (pure quella del Nord), in sei occasioni dall’Olanda e cinque dal Belgio, la notizia semmai è come mai da noi sia avvenuta solo adesso. Anno (poco domini) 2024. Almeno una cosa però è sicura: una bellezza come i tre chilometri di autentica “Open to meraviglia”, questa sì non virtuale, dalla Sala dei Cinquecento a piazzale Michelangelo – “il Piazzale”, come dal 1869 lo chiamano i fiorentini – non s’era mai vista. E chissà se mai si vedrà.

Lo sforzo di Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte

Con un impressionante sforzo economico, organizzativo e logistico, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte – in rigoroso ordine di tappe – si sono fatte trine e una, unendo le forze per regalare al Belpaese un momento epocale. L’evento sportivo a cadenza annuale più seguito al mondo, e nel ciclismo – semplicemente – la corsa più importante nel calendario internazionale. 

Pogacar insegue una storica doppietta

Nell’ambiente è notorio che «il campione “fa” il Giro, il Tour “fa” il campione». E se questa Grande Boucle, è già nella storia per la prima Grand Départ italiana, può entrarci anche per questioni tecniche: la prima doppietta giallorosa 26 anni dopo l’ultima, quella di Marco Pantani. Tadej Pogačar, il Merckx ma gentile di quest’epoca, ha stravinto il giro al debutto. E punta a conquistare il suo terzo Tour dopo i due secondi posti consecutivi dietro il danese Jonas Vingegaard, che da quest’anno si è aggiunto il cognome Hansen della consorte Trine Marie

Gli sfidanti: Vingegaard, Roglic e…

A insidiare il tris dello sloveno, sarà anche il suo connazionale Primož Roglić, ex compagno di Vingegaard vincitutto nel 2023 e alla prima stagione nella Bora-Hansgrohe che proprio da questo Tour sarà marchiata anche Red Bull. Con nuovi colori e livrea all-black. Con obiettivi tutta da definire strada facendo, è il caso di dirlo, in vista dell’Olimpiade, anche i due fuoriclasse campioni del mondo: l’olandese Mathieu van der Poel in linea, il belga Remco Evenepoel a cronometro e a 24 anni e mezzo, al suo primo Giro di Francia. Il primo anche che, proprio a causa dei Giochi, non si concluderà a Parigi, bensì a Nizza.

Gli azzurri in gara e l’impegno di Cassani per le tappe italiane

Okay la prima partenza italiana di sempre, ma gli italiani in gara? Otto. Uno in più rispetto al 2023, dunque scongiurato il back-to-back negativo del minimo storico negli ultimi trent’anni. Non abbiamo ambizioni di classifica. Ma il toscanissimo Alberto Bettiol, alla prima uscita in maglia tricolore di campione nazionale, e il camoscio abruzzese Giulio Ciccone, maglia a pois uscente del Tour, possono puntare ad almeno un successo di giornata che ci manca da cinque anni e 85 tappe. Era il 27 luglio 2019, Vincenzo Nibali nella Albertville-Val Thorens, 20ª e penultima frazione del Tour vinto da Egan Bernal. Il “Bettio” ci proverà già dal via, per puntare alla prima maglia gialla: 206 km da Firenze a Rimini adattissimi a fughe e a colpi di mano. La specialità della casa per il re del Fiandre 2019 e splendido vincitore, il 13 marzo con uno straordinario assolo, della Milano-Torino. “Cicco”, dopo tanta sfortuna, si scatenerà quando la strada sale sul serio. E di occasioni ne avrà eccome: 68 GPM, 438 km di salite classificate e 4 arrivi in quota (Pla d’Adet, Plateau de Beille, Isola 2000 e Col de la Couillole) per un dislivello complessivo di 52.230 metri. Poi ci sono i gregari extralusso. Davide “Roccia” Formolo, non più di Pogacar nella UAE Emirates, ma di Enric Mas alla Movistar. La ruota veloce Davide Ballerini e Michele Gazzoli nel treno per Mark Cavendish, il Cannonball britannico che si era già ritirato vincendo a Roma a fine Giro 2023. E invece è rientrato a caccia della vittoria di tappa numero 35 che lo proietterebbe oltre Eddy Merckx come recordman di successi parziali ogni epoca al Tour. Luca Mozzato, a sorpresa piazzato al Fiandre 2024 dietro sua maestà Mathieu van der Poel, alla Arkéa tirerà le volate al francese Arnaud Démare, vincitore della (discussa) Sanremo 2016 e in cerca di rilancio dopo annate un po’ così. Il redivivo Gianni Moscon per Evenepoel alla Soudal-QuickStep e Matteo Sobrero per Roglić. Le tre tappe (e mezzo) italiane, ora. Essenziale nel portare da noi il Tour, l’ex Ct Davide Cassani che da presidente della APT Emilia-Romagna è stato anche il braccio oltre che la mente del progetto. Come per il mondiale di Imola 2020 organizzato a tempo di record, è sua la firma sui percorsi.


Fonte: https://sport.sky.it/rss/sport_ciclismo.xml

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