Di
Una nuova città, una nuova maglia, una nuova avventura. Una nuova Myriam Sylla, a cominciare dal nome di battesimo: esatto, Myriam con la “Y”, e non con la “I” come siamo sempre stati abituati a leggerlo negli ultimi 15 anni e rotti. Nessuna variazione all’anagrafe, il motivo lo spiega la stessa schiacciatrice della Vero Volley Milano e della nazionale: ““. Risposta che dice già tutto del carattere, e della maturità, che la campionessa azzurra rivela (o meglio, conferma) nell’intervista concessa in esclusiva a Volley NEWS.
Togliamoci subito il pensiero: hai guardato Sanremo?
““.
E di tutto quello che è successo dopo, e intorno, all’intervento di Egonu cosa hai pensato?
““.
Passiamo alla pallavolo giocata. Milano per te è una grande sfida: sei arrivata in una squadra che “deve” vincere, per come è stata costruita.
““.
La pressione c’è alla Vero Volley, ma c’era sicuramente anche a Conegliano. Quali sono le differenze?
““.
Negli anni sei diventata la giocatrice delle partite decisive, quella che dà il meglio nelle semifinali e nelle finali, quando l’obiettivo conta. È qualcosa di voluto o che riesci a gestire?
“(ride, n.d.r.) “.
Spesso ti è capitato di essere sostituita e di non avere il “posto fisso”, soprattutto in nazionale. Come si gestiscono queste situazioni a livello emotivo e mentale?
““.
Tra le giocatrici della tua generazione sei quella che è esplosa più tardi, facendo il definitivo salto di qualità quando avevi 22-23 anni. Cosa è cambiato per te in quel periodo?
““.
Davvero c’è qualcuno che ancora, dopo tutto quello che hai vinto, non ti considera “abbastanza convincente”?
““.
Un’ultima cosa: qual è stata la persona più importante per la tua carriera, quella che ti ha aiutato di più?
““.
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