Dal Giappone alla Francia, passando per le Filippine, fino alla Polonia. È l’estate pallavolistica, e “on the road”, di Matteo De Cecco: il nuovo vice allenatore del Belluno Volley. E assistente tecnico della Nazionale slovena, a fianco del ct Gheorghe Crețu (campione d’Europa con lo Zaksa, nel 2022). De Cecco, infatti, ha vissuto da protagonista la Nations League. E con un bilancio ampiamente positivo: «Abbiamo vinto 8 partite su 12 nella prima fase, poi ci siamo fermati ai quarti di finale di fronte al Giappone, che ha chiuso sul podio. Sì, tutto sommato va bene così: siamo in una fase di costruzione e, per di più, non avevamo l’opposto titolare».
SOGNANDO PARIGI – Ma il viaggio è tutt’altro che finito: «Il 2 agosto riprenderemo la preparazione a Lubiana in vista dell’Europeo di fine mese». La Slovenia giocherà a Varna contro i padroni di casa della Bulgaria, l’Ucraina, la Finlandia, la Croazia e la Spagna: «È una manifestazione a cui teniamo – prosegue De Cecco – ma è inutile nascondere che il mirino è puntato soprattutto sulle qualificazioni alle Olimpiadi di Parigi 2024, in programma nel mese di ottobre. Vale per noi, come per chiunque».
VALIGIA APERTA – È un’estate con la valigia sempre aperta, quindi. E il pensiero costantemente rivolto a ciò che lo attende fra meno di tre mesi: l’esperienza in A3, nello staff del Belluno Volley. «Nei giorni scorsi mi sono visto con Gian Luca Colussi, di rientro da un corso d’aggiornamento per allenatori. Ci siamo confrontati su come impostare la preparazione e strutturarla al meglio per raggiungere lo scopo principale di inizio stagione: arrivare pronti alla prima gara ufficiale». La data da segnare sul calendario è quella del 15 ottobre, quando i rinoceronti riceveranno il Cus Cagliari alla Spes Arena: «Ci attende un campionato difficile e dispendioso. E, in questo senso, una programmazione intelligente può dare ottimi frutti. Ecco perché è importante partire subito in maniera positiva».
OBBLIGO MORALE – De Cecco svela un gustoso retroscena: «Anche in Nazionale, molti colleghi e addetti ai lavori mi nominano Belluno. Una piazza sempre più riconosciuta nel panorama del volley. E non potrebbe essere altrimenti: fra le Dolomiti c’è una società che si sta impegnando a fondo per costruire un progetto ambizioso. Così come non mancano l’organizzazione e la cultura pallavolistica: nessun dubbio, ci sono tutti i presupposti per lavorare bene». Il coach di origini friulane va dritto al punto: «Arrivare in fondo ed essere competitivi quando conta è un obbligo morale, oltre che una responsabilità da parte nostra, dello staff. Questo non significa vincere per forza: significa fare le cose nel miglior modo possibile».
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