Soddisfatto il Ct della Nazionale dopo il debutto europeo vincente contro il Belgio: “Non è stato semplice perché gli esordi, specie in casa, sono sempre delicati”. Sul giovanissimo opposto che ha chiuso il match poco dopo l’ingresso: “Ha una sua storia per via del papà, ma l’ho chiamato perché lavora bene e merita”. Infine su Mancini in Arabia: “Ognuno fa le sue scelte, i soldi sono importanti ma per me dev’esserci sempre una sfida…”
ITALIA-BELGIO 3-0: GLI HIGHLIGHTS
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“Noi facciamo un mestiere fatto di scelte, situazioni che vanno e vengono. Difficile giudicare perché secondo me bisognerebbe trovarsi in quella situazione, che non conosco“. Esordisce così, alla domanda sull’annuncio di Roberto Mancini come nuovo Ct dell’Arabia, il commissario tecnico della nazionale di pallavolo Ferdinando De Giorgi che ha parlato ai microfoni di Sky Sport poco dopo il successo degli azzurri sul Belgio al debutto europeo.
Sempre sulla scelta di Mancini di accettare la proposta dell’Arabia dopo le dimissioni da Ct dell’Italia: “Conosco il mestiere del Ct che non è semplice, ci sono momenti in cui si fanno delle scelte. Ognuno fa le sue valutazioni e quando si va in un posto ci sono pro e contro, ma anche una componente di sfida oltre alla voglia di cambiare qualcosa e anche l’aspetto economico”. Poi aggiunge: “I soldi sono importantissimi ma, per quanto mi riguarda, dev’esservi sempre una parte di sfida, una scintilla, altrimenti poi non hai quella voglia di migliorare. Nelle scelte si pesano tutti questi aspetti”.
Sul match contro il Belgio vinto agevolmente per 3-0: “Non è stato semplice perché gli esordi sono sempre delicati, specie se si giocano in casa. C’è attesa e bisogna essere bravi a gestire questa voglia di fare bene con lo spirito giusto. Siamo stati concentrati sul gioco e concreti, non c’è mai stato un set in discussione e siamo stati bravi”. Poi su Alessandro Bovolenta, figlio di Vigor il centrale della “Generazione di fenomeni” degli anni ’90 e scomparso nel 2012: “Bovolenta è una bella storia perché c’è una storia del papà e della pallavolo ma nella mia scelta questo non c’entra. È un ragazzo che merita, ha fatto il titolare in A2 e tutte le trafile con le nazionali: secondo me è pronto, lavora bene, sa stare nel gruppo e ha molti margini di miglioramento”. Poi conclude con il paragone tra il classe 2004 e l’opposto titolare Yuri Romanò: “Mi hanno fatto notare che anche Yuri, come Alessandro, l’ho pescato in A2, ma è una casualità. Quando vedo un giocatore con qualità e la testa giusta sono felice di dargli una opportunità“.
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