Con il 23esimo titolo Slam vinto domenica scorsa a Roland Garros, Novak Djokovic ha infranto il record assoluto per successi nei Major al maschile. Davanti a lui solo la leggendaria australiana Margaret Smith Court con 24, obiettivo diventato più che possibile per il serbo, magari già sui prati di Wimbledon dove sarà il naturale favorito per alzare di nuovo la coppa più iconica della disciplina (che tra l’altro detiene).
L’esser diventato il leader assoluto per vittorie negli Slam, sommato a tantissimi altri record (come le settimane da n.1 del ranking), pone Djokovic in buonissima posizione nell’annoso dibattito sul GOAT, il migliore di sempre. Ma c’è chi alza ancor più l’asticella, considerando Novak non solo il miglior tennista ma addirittura il miglior sportivo di sempre. È Janko Tipsarevic a parlarne, in un’intervista rilasciata a Roland Garros dopo la terza vittoria del connazionale sul rosso del Bois de Boulogne.
“So di essere di parte, dato che è uno dei miei amici più cari, ma per me la discussione sul più grande nel tennis è terminata due anni fa”, ha detto il 38enne ex top10. “Non aveva nemmeno bisogno di vincere uno Slam in più di Rafa o altro per essere il GOAT del tennis. La domanda che credo dobbiamo iniziare a porci da qua in avanti è la seguente: è il più grande atleta di tutti i tempi?”
“Ammetto che sia una cosa è molto difficile da misurare, perché non puoi misurare i risultati tra discipline differenti – abbiamo visto Tom Brady, o che si tratti di Muhammad Ali, (Lionel) Messi o qualsiasi altro, questa parte non è misurabile, ma questa è una discussione che potremo potenzialmente affrontare, perché quella relativa al GOAT sul tennis è, per me, semplice, con tutto il rispetto per i suoi concorrenti”, continua Janko.
La vera differenza tra lui e tutti gli altri, compresi i più forti rivali, a detta di Tipsarevic sta nella sua mentalità, nella forza mentale. “La parte della sua grandezza non misurabile è nella testa. Non puoi misurare quanto mentalmente sia in grado di controllare le sue emozioni, il ritmo, controllare come reagisce, come si comporta, controlla la partita. Questa parte arriva con l’esperienza. Quindi, se parliamo puramente di esecuzione dei colpi, no, ha giocato meglio in altri tornei rispetto a quest’ultimo Roland Garros, ma mentalmente lo è, è sempre più forte. La sua mente corre a 700 miglia all’ora, è molto difficile per lui concentrarsi su una cosa in particolare. Ovviamente ha un incredibile facilità nel premere una sorta di pulsante di accensione e spegnimento in termini di concentrazione solo per i grandi eventi, ma anche per aumentare il suo livello partita dopo partita. Novak non è lo stesso giocatore nel primo round rispetto alle finali. Quello che sta facendo è in realtà senza precedenti e non parlo di numero di vittorie”.
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