Tennis, Boris Becker: “Dopo il carcere sono migliore. Ora il quinto set della mia vita”

In una lunga intervista alla BBC l’ex tennista tedesco ha parlato del periodo di dentenzione in un carcere britannico: “Chiunque dica che la vita in carcere non è dura e non è difficile, penso stia mentendo. Ho preso la condanna e patito l’incarcerazione ma, in passato, mi sono preso la gloria e tutto ciò mi ha reso un uomo più forte e migliore”. Infine un pensiero al futuro: “Sto costruendo la terza parte della mia vita. Di solito do il meglio al quinto set”

La prigione è stata brutale, e un’esperienza molto diversa da quella che vedi nei film. Chiunque dica che la vita in carcere non è dura e non è difficile, penso stia mentendo. Ero circondato da assassini, spacciatori, stupratori, trafficanti di esseri umani e pericolosi criminali: lì combatti ogni giorno per la sopravvivenza, e devi rapidamente circondarti di ragazzi duri, come li definirei io, perché hai bisogno di protezione”. In una lunga intervista al programma della Bbc ‘5 Live Breakfast’, Boris Becker parla della sua vita in prigione in Gran Bretagna, dove  ha scontato otto mesi della sua condanna, inflittagli ad aprile dell’anno scorso, a due anni e mezzo per aver nascosto al fisco beni per un valore di 2,5 milioni di sterline (circa 2,85 milioni di euro) per evitare di pagare dei debiti.  Il 55enne tre volte campione di Wimbledon (la prima quando aveva appena 17 anni, più giovane vincitore di sempre del torneo) è stato rilasciato a dicembre e subito espulso e poi estradato dalle autorità britanniche in Germania. Non potrà tornare nel Regno Unito fino all’ottobre del prossimo anno. 

“Sto costruendo il quinto set della mia vita”

Intanto Becker dice che sta costruendo il “terzo capitolo” della sua vita. “Di solito sono bravo nel quinto set: ho vinto i primi due set – dice – e ho perso i due successivi. Ma il quinto ho intenzione di vincerlo. Ma la verità è che non esisteva un manuale per affrontare la fama e la fortuna dopo aver vinto Wimbledon da adolescente”. Ma ora, dopo otto mesi di carcere si sente “un uomo più forte e migliore”. Il caso che lo ha portato in una cella prima nel carcere di Wandsworth, nella zona sud-ovest di Londra, e poi in quello di Huntercombe nell’Oxfordshire, era incentrato sul fallimento dello stesso Becker nel giugno 2017 a seguito di un prestito non rimborsato di oltre 3 milioni di sterline, che lo aveva portato anche ad abbandonare la sua lussuosa villa a Maiorca.  “Ovviamente non ho mai studiato economia, non ho mai studiato finanza – sottolinea Becker -. Non credo che sia stato scritto un manuale su come comportarsi, cosa fare e come vivere la vita quando si vince Wimbledon a 17 anni. Dopo la mia carriera nel tennis ho preso un paio di decisioni probabilmente dopo essere stato mal consigliato. Ma, lo dico ancora una volta, alla fine sono state mie decisioni”


vedi anche

Becker: “In prigione hanno cercato di uccidermi”

“In carcere non importa che tu sia stato tennista”

Becker poi torna ancora sulla vita in carcere: “Combatti ogni giorno per la sopravvivenza, e se pensi di essere migliore di tutti gli altri, perdi. Lì dentro non importa che tu sia stato un tennista, l’unico valore è ciò che abbiamo dentro, è il nostro carattere e la nostra personalità. Ecco, non hai nient’altro”. “All’inizio non hai amici, sei letteralmente da solo – le parole di Becker – e questa è la parte difficile, devi davvero scavare dentro te stesso, nelle tue qualità e i tuoi punti di forza ma anche nelle tue debolezze”.   Ora che è libero dice che gli manca molto Londra, “ma sono fortunato che posso stare in piedi, e che nessuno dei miei amici e delle persone vicine a me mi abbia lasciato. Quando sei giù, e gli ultimi cinque, sei anni sono stati molto difficili per me, scopri davvero chi è con te e chi non è con te”. La conclusione è che “sono un sopravvissuto, sono un duro, ho preso la condanna e patito l’incarcerazione ma, in passato, mi sono preso la gloria e tutto ciò mi ha reso un uomo più forte e migliore”. 

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