Stakhovsky: “A livello sportivo l’Ucraina sarà quasi azzerata nelle generazioni a venire”

Se ne parla meno sui media, ma la guerra in Ucraina sembra destinata a durare, come le sofferenze per le popolazioni gravemente colpite dall’invasione russa, iniziata quasi due anni fa. L’ex tennista Sergiy Stakhovsky, ritiratosi agli Australian Open 2022 per poi unirsi all’esercito di riservisti dell’Ucraina, ha parlato alla radio BBC 5 della situazione propria e del suo paese, accusando duramente il CIO per aver permesso agli atleti russi di partecipare ai giochi Olimpici di Parigi 2024, anche se in modo individuale e non per il proprio paese. La guerra per il 37enne ucraino ha quasi azzerato il futuro sportivo del suo paese.

“A livello sportivo l’Ucraina sarà quasi azzerata nelle generazioni a venire” confessa Stakhovsky, “Sarà molto difficile per l’Ucraina tornare a quello che era prima. Quindi abbiamo a cuore ogni singolo atleta che gareggia per il nostro paese perché comprendiamo che potrebbe essere la nostra ultima stella”.

Nonostante alcuni sportivi russi di grande successo come Rublev e Kasatkina si siano schierati apertamente contro la guerra in corso, per Stakhovsky questo non è sufficiente poiché vivono ormai all’estero e la maggior parte delle personalità russe più influenti restano in una posizione ambigua per paura di ritorsioni. “Credo che se tutti gli sportivi e le persone influenti in Russia che sono contro la guerra avessero la stessa voce di Kasatkina, ci sarebbe un quadro completamente diverso”.

Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach ha affermato recentemente che “i singoli atleti non possono essere puniti per gli atti dei loro governi”, spiegando la decisione del CIO per le Olimpiadi della prossima estate a Parigi. Bach ha aggiunto che lasciare che gli individui competano significa “rispettare i diritti umani”. Dura la posizione di Stakhovsky a riguardo: “È uno scherzo di cattivo gusto a mio avviso. Gli atleti russi dicono tutti di aver paura per la propria vita, per le proprie famiglie, ma la verità è che nessuno di loro vive più in Russia. Nessuno. Per me, non vogliono essere parte delle critiche, non vogliono perdere i loro fan in Russia. Dobbiamo cercare atleti che sostengano, dobbiamo presentare le prove al comitato olimpico e poi forse, se credono che questo sia sufficiente, non permetteranno a questi atleti di competere” conclude l’ex tennista ucraino.

Mario Cecchi


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