Marcelo Rios, indimenticabile mancino cileno e n.1 al mondo nella primavera del 1998, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito allo spettacolo prodotto da alcuni campioni dell’epoca attuale che faranno certamente discutere. Interpellato su ESPN Cile dal collega Ricardo Shannon, il finalista agli Australian Open ’98 ha criticato lo spettacolo prodotto da Federer e Djokovic, a suo dire grandi giocatori ma in fondo non così attraenti da vedere.
“Federer per me non è un giocatore che vedi e dici ‘wow, che divertimento’. Mi piace il modo in cui gioca perché ha una facilità incredibile, molto intelligente in campo, davvero bravo. Ma non è un Kyrgios, un Fognini, giocatori che quando li vedi ti aspetti che facciano qualcosa di particolare, che facciano un po’ casino. È più divertente. E neanche Djokovic ritengo sia un ragazzo divertente in campo”.
Il cileno critica aspramente il tour, già a suoi tempi fin troppo impostato su canoni a lui sgraditi: “Il tennis ha sempre avuto troppe restrizioni. Se urli, prendi una multa; se lanci la racchetta, un’altra multa. Nelle conferenze stampa non si poteva parlare male di nessuno. Wimbledon ti fa vestire di bianco facendoti sembrare non so cosa. Il tennis è noioso, è come guardare il cricket. Poi esce uno come Kyrgios e rivoluziona tutto. Lui è diverso, intrattiene, riempe gli stadi, è uno spettacolo. Anche la mia personalità era un po’ “sbagliata” per quel che ti viene insegnato. Attiravo molta attenzione lanciando racchette o dicendo “vecchia stronza” a chi mi infastidiva (lo disse a una signora fastidiosa tra la folla, ndr). La gente con me in campo non si è certamente annoiata”.
Rios è stato un vero talento, produceva un tennis fantastico per anticipo, cambi di ritmo e geometrie improvvise, ma è sempre stato un personaggio a dir poco scomodo e sopra le righe. Leggendaria la sua maleducazione quando a Wimbledon si rivolse a Monica Seles intimandole “togli di mezzo il tuo grasso culo” mentre stavano partecipando a una cena… Queste a tante altre perle hanno condito una carriera che ben racconta il personaggio, affascinante ma davvero difficile da gestire.
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