Non ci sono più aggettivi per descrivere la forza, classe, resilienza e capacità di soffrire di Novak Djokovic. Il campionissimo serbo accusa il caldo umido nella seconda parte del primo set della finale di Cincinnati, chiama il medico, è evidentemente spossato e pare sull’orlo del baratro, in balia delle bordate di Carlos Alcaraz, ma resiste e rimonta clamorosamente da 4-2 sotto nel secondo set, imponendo la sua pressione e personalità nella fase decisiva del terzo parziale, vincendo col punteggio di 5-7 7-6(7) 7-6(4) in 3 ore e 48 minuti di autentica battaglia. La finale ha visto due grandi giocatori affrontarsi in un duello durissimo sul piano fisico e mentale, con un terzo set che nonostante la fatica e la tensione ha segnato picchi di qualità straordinari, insieme a tensione e agonismo purissimo. Una rivalità spettacolare, che non fa assolutamente rimpiangere sul mero piano dello spettacolo la bellezza dei confronti tra Djokovic e Federer per contrasto di stile e varietà di gioco. Dopo la storica finale di Wimbledon, anche quella di Cincinnati è stata una partita davvero bella, nonostante una fase centrale nella quale Alcaraz pareva totalmente in controllo per il vistoso calo nell’energia di Djokovic, totalmente svuotato, paonazzo, aggrappato alla partita solo grazie alla sua incredibile voglia di vincere di non mollare mai. Dopo aver perso il primo set è andato sotto in un break nel secondo nel terzo game, la partita pareva totalmente nelle mani di Carlos, più fresco e pronto a spingere e comandare il gioco.
Novak Djokovic REALLY struggling in this heat, looks absolutely exhausted pic.twitter.com/gVcCVJZqq7
— Olly (@Olly_Tennis_) August 20, 2023
Novak non ha mollato, le ombre sul campo e l’intervento del medico con integratori una pasticca l’hanno ravvivato, e incredibilmente Alcaraz è andato fuori giri. Contro un avversario non al meglio non è facile giocare, ancor più se il tuo tennis è quello votato all’aggressione, al rischio, al prendersi il punto di forza. Lo spagnolo si è messo a giocare solo solido, rischiando di meno, snaturandosi volendo solo controllare e non sbagliare, e questo gli ha fatto perdere ritmo e fiducia. Novak ha intuito il momento, da vero “Djoker” ha ritrovato la prima di servizio, quindi profondità in risposta ed è venuto spesso avanti, tutto per spezzare completamente ritmo e testa dell’avversario, che è caduto nella trappola. Alcaraz con un pessimo ottavo game è crollato, trascinando così il set al tiebreak, dove c’è grande bagarre e non trasforma un match (bravo il serbo). Si va al terzo e c’è vera intensità, con Novak tornato a spingere, a rispondere profondo, ad imporre i suoi ritmi. In un durissimo settimo game, Djokovic scappa avanti, soffre sino alla fine, serve per il match e non sfrutta 4 match point! Tutto si riapre, Carlos non molla e si arriva al tiebreak. Djokovic tira su il muro, chiude una partita incredibile, che aveva praticamente perso e che è riuscito a riaprire e vincere. Campione immenso, solo lui poteva girare un match del genere. Irreale.
Alcaraz ha disputato una partita ottima, con una qualità complessiva davvero impressionante. Più del terzo set, dove Djokovic è stato davvero fantastico, deve assolutamente rimproverarsi il calo avuto a metà del secondo set, quando il rivale era sulle gambe, quasi in balia. Lì non doveva calare di spinta, snaturare il suo gioco, ma “battere il ferro finché è caldo”, continuando a spingere. Alla fine ha perso di un niente, non ha sfruttato un match point, e in un durissimo e spettacolare rush finale nel terzo set ha dato tutto, ma doveva chiuderla in due. Non c’è riuscito, per suo demerito abbinato alla terribile capacità di soffrire e di non accettare la sconfitta di Djokovic. Il serbo voleva fortemente vendicarsi della finale di Wimbledon, riaffermare di essere il più forte sul cemento. C’è riuscito. A New York ne vedremo delle belle.
Il match inizia con scambi molto rapidi, Alcaraz tira a tutta col diritto, a costo di sbagliare o steccare la palla (ben due nel terzo game, in risposta). Più accorto Djokovic, attento a non sbagliare e prendere le misure al giovane avversario, scegliendo prevalentemente traiettorie centrali e pochi cambi di ritmo. Impressiona la rapidità di Carlos nello spingere la prima palla dopo aver servito, come il diritto terrificante sul 30-0 nel quarto game. Il quinto game è il primo ai vantaggi, bravo Alcaraz ad entrare in risposta e spostare molto sul campo Djokovic, che però di difende con ordine e si porta 3-2. Arriva all’improvviso un game complicato per Carlos, fin qua maggiormente in controllo del gioco. Prima due errori, poi un lungo scambio con il serbo a condurre, muovere il rivale alla sua combinazione mortale di ritmo, rotazione e velocità. 0-40, le prime palle break del match. Straordinario Novak, alza la velocità col diritto, bello carico e rapidissimo in risposta, sorprende il n.1 che apre il campo e viene infilato da un altro diritto fantastico. 4-2 Djokovic. Forte del vantaggio, Novak tiene ritmi più alti ma questo provoca due grandi difese di Carlos (incredibile un suo rovescio lungo linea al secondo punto). Con un bel forcing Alcaraz provoca l’errore di Djokovic, per 30-40, chance del contro break. Il giudice di sedia chiama il time violation a “Nole”, sulla seconda palla Carlos alza terribilmente la parabola e trova profondità, il terzo errore di diritto nel game gli costa il break, 4-3. L’aspetto più interessante delle sfide Djokovic – Alcaraz è la capacità di entrambi nel leggere i momenti e alzare (o abbassare) i ritmi per spostare equilibri. Roba da campioni. Novak sembra accusare un momento di defaillance, forse per il caldo, mentre lo score si fissa sul 4 pari. Soffre Djokovic ma regge, al cambio di campo urla affinché gli arrivi l’integratore. Più lento e falloso, Novak concede due palle break sul 5 pari (15-40), ma nell’estrema difficoltà esce tutta la sua forza, una discesa a rete improvvisa e poi un Ace. Il Break per Alcaraz viene alla terza chance, con una grande risposta non contenuta dal rivale. Chiude al primo Set Point Alcaraz, un gran vincente di rovescio. Da 2-4 a 7-5, con “Nole” molto sofferente fisicamente ma non domo agonisticamente.
Dopo un lungo toilette break, Djokovic torna in campo pronto alla pugna, ma la sua reattività ed energia restano basse. Servendo sull’1 pari commette tre doppi falli consecutivi che gli costano il 15-40. È sufficiente una discreta risposta sulla seconda ad Alcaraz per strappare il break che lo manda avanti 2-1 e servizio. Arriva lo staff medico, misurano la pressione a Novak che, asciugamano sul volto, è sempre più provato dal caldo umido del pomeriggio di Cincinnati. Stoicamente il serbo resta in campo, strappa anche una palla break nel quarto game, ma la sua resistenza è ormai ridotta ogni volta che è messo in difesa. Per questo stringe i denti, accorcia al massimo i tempi di gioco, cerca di restare aggrappato al match sperando di recuperare energia o in un calo dell’avversario. Carlos, forse un po’ condizionato dalla situazione, brilla assai meno rispetto al primo set, nei suoi turni di battuta gioca solido e concreto, ma così facendo snatura un po’ il suo tennis brillante con grandi rischi, e finisce per imballarsi in errori gravi. Sul 4-3, ecco che un diritto pessimamente sparato in rete costa allo spagnolo il 15-40. Disastro Alcaraz, un altro rovescio largo lo condanna, 4 pari! Un calo di concentrazione che incredibilmente inverte totalmente l’inerzia della partita, c’è bagarre e il set arriva al tiebreak, dal 4-2 Alcaraz. Ha ritrovato vigore e soprattutto lucidità Novak, spinge con profondità e chiude sulla rete, 2-0 avanti il serbo. Si riprende il contro break Carlos chiamando ancora a rete il rivale e trovando un passante lungo linea, 2 pari. Il pubblico incita a gran voce Djokovic al cambio di campo sul 3 pari, lo spagnolo alza di nuovo attenzione e profondità dei colpi, sguardo “cattivo” e presenza. Il livello di gioco si è impennato a dismisura dopo una fase centrale deludente. Novak attacca, Carlos spinge e apre l’angolo. 5 pari. Con un gran forcing sulla diagonale cross di diritto, Alcaraz vola 6-5, ha il primo Match Point in risposta. Servizio e diritto, perentoria la risposta di Djokovic, 6 pari. Clamoroso rischio del serbo, S&V sulla seconda di servizio, gran chiusura di volo. Chapeau, 7-6 e ora ha lui il Set Point. Col martello, Carlos ancora si salva. Con una risposta potente, Djokovic sorprende il rivale, adesso il Set point è al servizio. Fa il pugno Novak dopo aver retto a ogni taglio e topspin, vince un duro scambio che chiude il tiebreak 9-7. Si va al terzo, il match pareva finito, ma il serbo non muore mai.
Furibondo Alcaraz sulla panchina, si taglia la mano colpendo con forze le sue corde e rientra nervoso in campo, ma recupera da 0-30 e può fare corsa di testa nel set. La qualità complessiva di gioco è tornata alta dopo gli alti e bassi del secondo set, entrambi giocano offensivo, lasciano partire i colpi. Il servizio del serbo è di nuovo preciso ed efficace, le accelerazioni dello spagnolo sono velocissime, incluso quel suo rovescio lungo linea totalmente dimenticato nel secondo set. Sul 2 pari, Djokovic risponde con precisione e sul 30-40 strappa la prima palla break del set. Si salva Alcaraz con una prima palla esterna perfetta. Il secondo doppio fallo del game condanna Carlos alla seconda palla break, ma con grande coraggio attacca con un chop di diritto e chiude in acrobazia di volo. Lo scampato pericolo carica a mille il giovane n.1, la sua racchetta impatta la palla con grandissima velocità, e sul 15 pari trova un passante di rovescio lungo linea in spaccata impossibile, ma Novak non arretra di un centimetro (3 pari). Settimo game, tensione massima. Doppio fallo e due errori di rovescio per Alcaraz, che crolla 15-40, mentre Novak è in modalità “muro”. Col servizio si salva Carlos, inclusa una terza e poi una quarta PB. Capitola alla quinta palla break, sotto una pressione costante, mortale di Novak, davvero monumentale per resistenza dopo esser stato ad un passo dal k.o. tecnico. Con un game solido e grandissima personalità Djokovic consolida il vantaggio, portandosi 5-3. Alcaraz è nettamente calato per spinta e tenuta nervosa, concede e salva un Match Point, ma compie un vero capolavoro annullando il secondo, con uno scambio rocambolesco e bellissimo. Il decimo game è un film a se stante: molla tutto Carlos, Novak invece è meno intenso. 15-40, due palle per riaprire la partita! Tira su il muro Novak, regge, graffia, e vola ancora a Match point, il terzo e primo al servizio. Non lo sfrutta, ed è costretto a cancellare una terza palla break al rivale, anche lui mai domo, con una seconda di servizio a quasi 200 km/h e poi una riga in spinta. Che freddezza. L’ultimo gioco è di una bellezza infinita, ogni punto è più bello dell’altro, si gioca sulle nuvole per intensità e qualità. Incredibile con uno smash sbagliato Djokovic cede il turno di servizio, 5 pari, tutto da rifare, con 4 Match Point non sfruttati. Ormai la bagarre è totale, ma il livello e l’intensità di gioco restano altissime, si tira a tutta. Salva 4 palle break Alcaraz e si porta avanti 6-5. Questa splendida finale si decide al tiebreak. Inizia con un doppio fallo lo spagnolo, gli esce di un capello. Impressionante il muro alzato da Novak, un vero muro, è piegato in due al termine di un’altro scambio brutale. 2-0. Si butta a rete in risposta lo spagnolo, forse vittima di un crampo alla mano destra. 3-0 Djokovic. Si riprende il mini break lo spagnolo correndo a rete in risposta, 3 pari. Con un’ottima prima esterna, 4-3 Djokovic. la zampata del “Djoker” arriva sul 4 pari, inchioda sul rovescio Carlos e lo infila con un gran diritto lungo linea da sinistra. 5-4, e servizio, Novak. Gran prima esterna, 6-4, altri Due Match Point Djokovic!!! Vola via la risposta di Alcaraz. Game Set Match Djokovic. Partita pazzesca. Che grandi emozioni.
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