Korda e i problemi al polso: “Ho passato mesi duri, è come se avessi dovuto imparare di nuovo a giocare”

Gli infortuni sono lo spauracchio di ogni atleta, ancor più in un’epoca in cui il tennis è diventato estremamente fisico e assai dipendente dalla condizione. Se chiedi a un tennista quale sia il problema che più teme e che si augura di evitare assolutamente, questo è l’infortunio al polso. È un’articolazione molto complessa, che in caso di un “crack” o anche infiammazione necessita di totale attenzione e un lungo recupero. Ma l’influenza più nefasta è quella tecnica, sul gioco. Col polso accompagni l’impatto, dosi la forza, l’angolo e rotazione che imprimi sulla palla, è l’anello di congiunzione tra l’attrezzo e il braccio. Quando perdi la totale sicurezza e libertà nell’uso del polso, il gioco ne risente terribilmente. Il recupero può essere un vero calvario anche perché rischi di portarti dietro per molto tempo scorie e incertezze, fino al rischio di perdere i riferimenti acquisiti in anni di lavoro. Ne sa qualcosa Sebastian Korda, che ha attraversato una prima parte del 2023 complicatissima per un problema al polso che l’ha prima bloccato per alcuni mesi dopo un promettente Australian Open (aveva demolito Medvedev, prima di andare k.o.), quindi costretto ad un rientro incerto, con dolore persistente e risultati scadenti.

Korda sta entusiasmando al Masters 1000 di Shanghai, dove il suo gioco elegante, geometrico e offensivo l’ha portato in semifinale. Con accelerazioni straordinarie ha ribaltato la partita contro il connazionale Ben Shelton, prima volta di una sfida che potrebbe diventare un classico. Dopo questa bella vittoria ha parlato alla stampa, soffermandosi sui mesi bui nei quali ha sofferto tanto.

“Il mio infortunio in realtà è iniziato alla fine dell’anno scorso, probabilmente in questo periodo dodici mesi fa” racconta Korda. “Avevo difficoltà con il polso, ma in certi momenti sembrava tutto a posto quindi non mi sono allarmato; poi è peggiorato sempre di più, soprattutto durante gli allenamenti prima degli Australian Open. Ho giocato ad Adelaide, tutto sembrava ok. Quando ho iniziato a giocare partite al meglio dei cinque set a Melbourne, partite contro grandi servitori che cercavano principalmente il mio diritto, ha iniziato a farmi molto male. Da allora è stata una strada molto lunga e faticosa. Sono stato fermo totalmente per tre mesi: praticamente ho dovuto reimparare tutto quello che facevo prima, soprattutto a livello del polso. In ogni allenamento, ogni volta che colpivo un dritto, praticamente pregavo che il polso non mi facesse più male… e invece non smetteva di farmi male. Ad oggi ho ancora qualche problema occasionalmente. Come avete visto è con il diritto che ho fallito al tie-break, non ho ancora la sicurezza che vorrei con in colpi da quel lato, il diritto, la risposta, la volée di diritto. È qualcosa che tornerà man mano che giocherò, più sessioni di allenamento mi aiuteranno e spero che tutto torni presto alla normalità”.

“Ho perso tre mesi di circuito, ma oggi posso dire che aver perso altri quattro mesi mentre mi adattavo di nuovo a tutto, mentre imparavo di nuovo a fare tutto. Quest’anno è stato orribile, sì, ma in questo momento ho ritrovato fiducia in me stesso per giocare ad alto livello, e confido che i risultati saranno di nuovo con me.”

Sebastian afferma di non sentire affatto la pressione di aver un padre così importante, anzi reputa la sua famiglia uno dei suoi punti di forza, decisiva nella sua crescita da giovane ma anche nel quotidiano. “Una delle cose più belle che ti dà avere un padre come lui è che ti aiuta a capire come comportarti in certi momenti. Mi hanno insegnato a credere sempre in me stesso, a farcela, qualunque sia la situazione. Pressioni? Nessuna. In fin dei conti, tutti facciamo ciò che amiamo. Adoro giocare a tennis, amo questo sport, se non gioco passo tutto il giorno a guardare il tennis, e la stessa cosa succede con le mie sorelle. Fanno ciò che amano. Non credo che ci sia pressione, anche se, ovviamente, mi piacerebbe superare mio padre. Il mio obiettivo più grande in questo sport è vincere due Slam, uno in più di lui” conclude l’americano.

Tra Korda e la prima finale in un Masters 1000 c’è l’ostacolo Hurkacz. Gli head to head recitano una vittoria a testa, con l’ultimo scontro avvenuto all’Australian Open dello scorso gennaio, terminato con la vittoria di “Sebi” al super tiebreak del quinto set. Ci sono tutti gli ingredienti per assistere ad un’altra grande partita.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

Articoli recenti

  • Volley

Alla scoperta di Daria Wieczorek, giovane promessa della pallavolo polacca (che sogna l’Italia)

Remember the name. Tre parole, non per tutte. Lo dice chi è rimasto talmente affascinato da qualcosa – o da…

23 Febbraio 2025
  • Volley

Talmassons saluta la Serie A1, Ferrara: “Dispiace per la gente, palazzetto pienissimo anche stasera”

La CDA Talmassons FVG esce con una sconfitta per 1-3 contro il Bisonte Firenze  dall’ultima gara interna della stagione e…

23 Febbraio 2025
  • Volley

Perugia manca la vittoria salvezza, Busto la rimonta e la supera al tiebreak

Terza vittoria consecutiva per la Eurotek UYBA Busto Arsizio che espugna anche il caldissimo Pala Barton di Perugia e ha…

23 Febbraio 2025
  • Volley

Pool Salvezza A2: colpaccio di Castelfranco in terra sarda, Olbia battuta al tiebreak

La FGL-Zuma Castelfranco Pisa conquista una vittoria preziosa nella Pool Salvezza di Serie A2 Tigotà, imponendosi per 2-3 in trasferta contro la Resinglass Olbia dopo una battaglia…

23 Febbraio 2025
  • Volley

Trento, Soli: “Tre punti fondamentali per continuare a credere nel primo posto”

L’ultimo impegno casalingo di regular season 2024/25 SuperLega Credem Banca alimenta le speranze di primo posto finale in classifica dell’Itas…

22 Febbraio 2025
  • Volley

Con la Lube successo da tre punti per sperare ancora nel primo posto

Trento, 22 febbraio 2025 L’ultimo impegno casalingo di regular season 2024/25 SuperLega Credem Banca alimenta le speranze di primo posto…

22 Febbraio 2025