Con i suoi distintivi riccioli rossi e una determinazione inossidabile, Jannik Sinner continua a impressionare il mondo del tennis. Dopo aver vinto il suo decimo titolo a Vienna, eguagliando il record di Adriano Panatta, e sconfiggendo il suo storico avversario Daniil Medvedev in una battaglia di tre set, il talento italiano ha dimostrato ancora una volta di essere una forza con cui fare i conti.
A Vienna, Sinner non ha solo dimostrato la sua abilità nel gioco, ma anche la sua capacità di sperimentare e adattarsi. Con percentuali di servizio record sotto contro il match di Shelton, audaci tattiche di serve-and-volley contro Sonego, e una solida performance contro avversari del calibro di Rublev e Medvedev, il 22enne ha dimostrato una maturità notevole sul campo.
Parlando della sua recente vittoria e del suo viaggio nel tennis, Sinner ha condiviso AL Corriere della Sera: “Dire che ho provato cose nuove è un parolone! Fa tutto parte di un piano, però: in allenamento si sperimentano cose, colpi e soluzioni e piano, piano si trasferiscono in partita”. La sua finale contro Medvedev è stata una prova di resistenza, sia fisica che mentale. Ma come ha sottolineato Sinner, “Con Medvedev a Vienna ho tenuto: un anno fa non sarei riuscito a stare lì per tre ore, a quel ritmo. E invece alla fine ne avevo ancora, avrei potuto continuare. Ed è questo che conta”.
Mentre la stagione 2023 sta volgendo al termine, Sinner si prepara per il Master 1000 di Bercy a Parigi, seguito dalle attesissime ATP Finals a Torino. Interrogato sulla sua posizione come favorito per le Finals, ha risposto con umiltà: “Vediamo. Saremo gli otto migliori tennisti dell’anno: chiunque di noi può vincere, non solo io. Mi sento onorato di farne parte”.
Uno degli aspetti commoventi del trionfo di Sinner a Vienna è stata la presenza dei suoi genitori, Siglinde e Hanspeter. La loro presenza ha fornito un supporto inestimabile per il giovane talento, sottolineando l’importanza della famiglia nel suo viaggio. “Averli vicini significa tanto per me, però per come conosco i miei genitori. per loro è più importante vedermi felice che alzare una coppa. Se mi vedono felice, ecco, abbiamo già vinto”.
Sono una persona semplice, mi accontento delle piccole cose: la playstation con gli amici, il golf (sono più bravo nel gioco corto ma se mi fai fare un giro di 9 buche perdo almeno sette palline…!), il go-cart, l’Audi nuova che è arrivata e posso finalmente guidare. Fuori dal tennis ho una vita normale: trovare una dimensione in cui sto bene è importante.”
Con dieci titoli vinti e una crescita costante come giocatore, il futuro sembra luminoso per Jannik Sinner. Ma al di là delle vittorie e delle sconfitte, ciò che risalta di più è la sua semplicità e il suo desiderio di rimanere autentico, sia dentro che fuori dal campo.
Marco Rossi
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