Federico Cinà: “US Open esperienza indimenticabile, ma è solo il primo passo”

Il 16enne palermitano, figlio dello storico coach di Roberta Vinci, è tornato in Sicilia dopo la semifinale nello US Open junior: “Ho vissuto un’esperienza indimenticabile che spero di fare altre volte, questo è solo il primo passo. Nole è il mio idolo, Rublev mi ha detto di godermi questi anni da junior”. Papà Francesco: “Vederlo in campo a New York è stata una grande gioia”

Da Francesco a Federico, di padre in figlio. Il tennis è una questione di famiglia per i Cinà. Uno sport che ha dettato la vita di Francesco Cinà, storico allenatore di Roberta Vinci che ormai da qualche anno si dedica al figlio Federico, classe 2007 e reduce dalla semifinale allo US Open junior. Federico – da tutti conosciuto con il soprannome di pallino – è cresciuto a pane e tennis. E New York la conosceva già bene, avendo affiancato papà Francesco nel box di Roberta Vinci in quella storica semifinale dello US Open 2015, vinta contro Serena Williams. “Anche quella esperienza mi è servita, ma stare in campo è più bello e ho vissuto un’esperienza indimenticabile che spero di rifare altre volte” ha raccontato Cinà junior. 

“New York è il primo passo”

Nel suo cammino a Flusing Meadows, Cinà si è fermato ad un passo dalla finale, battuto in tre set dal brasiliano Fonseca in una semifinale che ha assunto i contorni di una maratona, interrotta due volte. Prima per il caldo, poi per la pioggia. Un torneo comunque indimenticabile per il 16enne palermitano che negli ottavi aveva battuto il n. 1 del seeding, il russo Demin: “Il match point contro di lui è il ricordo più bello – ammette Federico – Quella è stata la partita più complicata. New York è il primo passo, spero che ce ne saranno tanti altri. Devo continuare bene come sto facendo”. 

“Nole è il mio idolo, quei consigli di Rublev…”

“Adesso sogno di vincere gli US Open, ma da professionista” spiega Federico che sogna seguendo il suo idolo Nole Djokovic: “È sempre stato il mio esempio, l’ho seguito su tutti gli aspetti tennistici”. Non mancano, però, i consigli dei big. Come Andrey Rublev. Era dicembre 2022 quando Federico Cinà volò ad Abu Dhabi come sparring partner nel corso dell’esibizione del Mubadala World Tennis Championships. Qui ha avuto l’occasione di allenarsi con i migliori al mondo come Alcaraz, Tsitsipas e Rublev: “Andrey mi ha detto di godermi tanto questi momenti da junior che sono indimenticabili, di farne tesoro”. 

Il papà-coach: “Rapporto meraviglioso, New York mi porta bene”

A seguire Federico negli allenamenti al Country Time Club di Palermo e nei tornei in giro per il mondo c’è sempre papà Francesco. Un ruolo non facile per lui, quello di coach e genitore: “Il rapporto è meraviglioso, riesce a scindere coach in campo e papà a casa – spiega – Quando Roberta Vinci giocava agli US Open, parlavo al cambio campo con Federico di tennis e lui stava ad ascoltare. Vederlo in campo a Flushing Meadows era già una grande gioia, figuriamoci dopo una semifinale. New York mi porta fortuna”. La semifinale negli States, però, è solo il punto di partenza: “La crescita tecnica è legata a quella fisica – conclude Francesco Cinà – Quando crescerà fisicamente, migliorerà al servizio che ancora non lo esegue bene. Ha un bellissimo rovescio naturale, mentre sul dritto può migliorare”.

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