Fabio Fognini ha parlato della sua mancata convocazione in Davis Cup dopo che era stato pre-convocato del Capitano Filippo Volandri.
Dichiara l’azzurro: “Sono passati molti anni dalla mia prima volta in azzurro a Montecatini, nel 2008. Difendere i colori azzurri e rappresentare il mio paese in giro per il mondo è sempre stata una priorità, un sogno realizzato.
Vestire l’azzurro, sentire il calore del pubblico, competere in arene gremite con i nostri tifosi al seguito anche in trasferte improponibili mi ha sempre stimolato a dare il 110%. E benché le trasferte fossero dure e la stagione lunghissima, con gli obiettivi di ranking da raggiungere, non ho mai avuto dubbi: giocare per l’Italia è la cosa più gratificante del mondo per un atleta e in particolar modo per me. Ora, alla vigilia dell’ennesima sfida di Davis, mi trovo, mio malgrado, fuori dalla rosa dei convocati. Leggo su alcuni organi di stampa che avrei deciso e richiesto di fare un passo indietro, per riposare e tirare il fiato. Falso e pruriginoso! È stato un anno impegnativo e logorante ma a prescindere ho appositamente deciso di prendere parte al Genoa Open Challenger, per arrivare pronto e carico ai match di Bologna, in un contesto a me storicamente favorevole, al di là della superficie: infatti sono a pochi chilometri da casa, in una città dove sono cresciuto, partecipo ad un torneo vinto in passato, attorniato dall’affetto di amici e familiari, insomma il meglio per me in questo preciso momento. Qui sapevo che avrei percepito il calore e l’affetto necessari per arrivare al top a Bologna. In tempi non sospetti, a dispetto di quanto trapelato, ho comunicato la mia voglia di far parte del gruppo per Bologna, mettendomi a disposizione del capitano, che mi ha chiesto di giocare doppi con gli altri compagni di nazionale nel frattempo, cosa che ho puntualmente fatto e di tenermi allenato e sul pezzo. E così ho fatto e sto facendo, oggi più che mai voglio aggredire ancora la classifica ATP, vincere età e dolori…”
“Qualche settimana fa sono stato pre convocato e questa cosa mi ha reso ancora una volta felice e orgoglioso. Poi però lunedì, mentre ero a Genova, mi è arrivata la chiamata del capitano: improvvisamente non rientro più nei piani, senza spiegazioni giustificabili e con modalità che non ho condiviso, poco rispettose della mia storia e dei miei trascorsi azzurri, perché fino all’ultimo mi è stato comunicato che sarei stato in rosa e disponibile a scendere in campo e per questa ragione ho deciso di allenarmi e di giocare il Challenger al massimo delle mie forze per essere appunto pronto e a disposizione. Mi dispiace non sia stata usata chiarezza e sincerità. La mia storia non lo merita”.
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