Djokovic critico con le sessioni notturne: “Profittevoli per i tornei e richieste dal pubblico, ma per noi giocatori… Qua condizioni molto rapide”

Novak Djokovic è tornato a giocare negli Stati Uniti dopo la più grande decisione della sua carriera, la sconfitta patita nella finale di US Open 2021 da Daniil Medvedev, che gli costò il Grande Slam, impresa mai più compiuta dai tempi di Rod Laver. Il serbo nel 1000 di Cincinnati ha vinto contro un Davidovich Fokina k.o., quindi un esordio piuttosto comodo. Al prossimo turno lo aspetta il redivivo Gael Monfils, in quello che sarà un prime-time tv molto atteso, nonostante il bilancio degli head to head reciti un impietoso 18-0 per “Nole”. Proprio sulle partite serali (e altro) ha parlato Novak, esprimendo un parere importante dal lato giocatori. Tutto bene per torneo, pubblico, ma la gestione per i tennisti non è affatto facile.

“Nel corso della mia carriera ho vissuto partite iniziate molto tardi e finite a notte fonda” racconta Djokovic. “Di solito non succede regolarmente, ma di tanto in tanto sì. E ora molti tornei stanno introducendo sessioni notturne, eventi che prima non le avevano. I tornei cercano di ottenere maggiori profitti vendendo i biglietti per le sessioni diurne e notturne, mentre in passato si giocava solo in una sessione completa. Ora, quando finisce la sessione diurna, svuotano lo stadio in modo che possano entrare le persone che saranno negli spalti della sessione notturna. Può sembrare buono per i giocatori, ma in realtà non è l’ideale. Tuttavia è necessario pensare anche alla soddisfazione dei tifosi, quindi penso che sia da ricercare un equilibrio complessivo degli interessi in ballo. I tornei cercano maggiori profitti e entrate, questo è il loro principale obiettivo. Le sessioni notturne sono di solito le più divertenti, grandi partite, la gente esulta di più, tanto che le sessioni notturne degli US Open sono le più famose nel tennis. Ma si deve anche considerare che se hai partite importanti così tardi su base regolare non va bene perché devi aspettare tutto il giorno per giocare, e spesso devi cambiare repentinamente orari e routine passando da giorno a notte. Se ti alzi presto, devi ammazzare il tempo prima di giocare e l’attesa non è sempre facile da gestire. È una sfida per i giocatori”.

Due parole anche sul torneo in corso: “L’ultima volta che ho giocato a Cincinnati è stato nel 2020, anche se era nella bolla di New York, quindi non giocavo su questi campi dal lontano 2019. Il tempo vola e questi quattro anni sembrano ieri. È bello essere tornati. Ho dei bei ricordi di questo torneo. Vincere nel 2018 è stato un momento clou per me, perché è stato l’unico Masters 1.000 nel quale ho fatto tantissima fatica, dato che avevo perso quattro o cinque finali contro Roger Federer. Ma ho giocato bene in passato e sono orgoglioso di avere l’opportunità di tornare negli Stati Uniti. Sono passati due anni in cui ho perso alcuni dei più grandi tornei di tennis sul suolo americano e sono entusiasta di giocare di nuovo a tennis qui”.

Anche secondo Novak, il torneo in corso è veloce, probabilmente il più veloce dell’anno: “Come mi sento? È difficile giudicare, ho potuto giocare solo un set. Non ci sono stati molti scambi dalla linea di fondo poiché hanno dominato i servizi. Ho fatto un paio di break ma ho perso il servizio una volta. Ci sono sensazioni positive e negative, ma alla fine è stato quello che mi aspettavo. Era la prima partita e penso di aver bisogno di alcuni set per iniziare a fare bene le cose. Onestamente sono rimasto stupito di quanto sia veloce e per quanto tempo la palla vola in aria. Rimbalzano molto e escono molto vive, in allenamento non l’avevo notato così tanto. Non so se magari la sessione notturna influisca in qualche modo, ma è difficile controllare la palla sul centrale. Non so come sarà sugli altri campi, ma queste condizioni sono davvero rapide rispetto a quel che siamo ormai abituati ad affrontare nel corso dell’anno”.

Questo forse spiega anche in parte la sconfitta patita ieri da Jannik Sinner, con poco tempo per adattarsi a condizioni totalmente diverse da quelle di Toronto, con Lajovic invece che già aveva giocato diverse partite in questo torneo.

Marco Mazzoni


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