DelPo ci riprova: “Voglio giocare un match al prossimo US Open e salutare davanti al pubblico di New York”

Juan Martin Del Potro vuol provare per l’ultima volta l’emozione di giocare un match ufficiale nel torneo a lui più caro, US Open. Un nuovo piccolo sogno, per salutare alla grande lo sport che ha amato più di ogni altra cosa, che tanto gli ha dato e tantissimo gli ha tolto. Sui social negli ultimi giorni sono girate alcune foto – non postate da lui direttamente – che lo vedono in campo a provare con ritmo blando diritti e rovesci. Sembra che non sia solo la voglia di colpire qualche palla per divertimento, ma l’inizio di un percorso progressivo per testare la resistenza del suo malandato ginocchio e ritrovare la forma fisica. L’obiettivo non è assolutamente tornare attivo sul tour a 34 anni con mille acciacchi, ma quello più semplice di vivere una notte da sogno, sotto le stelle di New York, dove vinse il suo unico Slam nel 2009 rimontando un fortissimo Roger Federer a furia di frustate di diritto ingestibili.

L’ha dichiarato lo stesso DelPo alla stampa ieri notte, confermando la disponibilità di US Open a riservargli una wild card per l’edizione 2023 del torneo.

“Il mio obiettivo è essere pronto per giocare una partita ufficiale del torneo. Non so se sarò al 100% o meno ma, almeno, se la mia ultima partita di tennis dovesse essere quest’anno, voglio che sia agli US Open”, ha detto il 34enne di Tandil. “Lavorerò sodo per l’ultima volta, forse, nella mia carriera, e poi non si sa mai. Dio deciderà se sono pronto o no”. L’aveva pure detto per scommessa, se l’Argentina vincerà il mondiale in Qatar, torno a giocare. Detto fatto…

La USTA si è detta felice di sostenere il sogno dell’argentino: “Juan Martin è un vero beniamino dei fan degli US Open”, ha affermato il direttore del torneo Stacey Allaster. “È un giocatore eccezionale, gentile, saremmo entusiasti che questo ex campione si unisse a noi al torneo di quest’anno”.

Al momento quello di JMDP resta un sogno, un’ambizione, ma la voglia di riprovarci ancora, per l’ultima volta, è tanta. Una serie infinita di operazioni tra polso e ginocchio destro hanno martoriato e terminato una carriera davvero sfortunata come poche. Nei periodi in cui è riuscito a restare sano e giocare con continuità, il suo tennis ha ritrovato subito smalto portandolo a grandi risultati. L’esempio è la stagione 2018: dopo alcuni mesi di assestamento, Del Potro ha potuto giocare un’annata con discreta continuità, restando miracolosamente al riparo da gravi infortuni e arrivando di nuovo in finale a US Open, dopo aver raggiunto la semifinale a Roland Garros e i quarti a Wimbledon. Quell’anno sembrava rinato: il suo tennis era tornato esplosivo, efficacissimo, con un picco di forma eccezionale tra febbraio e marzo, quando vinse uno dopo l’altro i tornei di Acapulco (battendo Thiem e Zverev) e soprattutto Indian Wells, superando Federer in una splendida finale. A New York randellava col diritto come ai bei tempi, arrivò in finale stoppato da un Djokovic davvero troppo forte. Tornò al n.3 del ranking, sembrava finalmente rinato, pronto a riprendersi con gli interessi tutto quello che la sfortuna e gli infortuni gli avevano negato più e più volte. Purtroppo quel “sogno” durò l’arco di pochi mesi. Un maledetto crack al ginocchio sull’erba del Queen’s lo fece di nuovo crollare nell’incubo degli infortuni. Operazione, stop, un faticoso tentativo di recuperare, senza mai davvero riuscirci, fino all’ultimo match dello scorso anno in Argentina, dove in lacrime salutò la sua gente.

Oggi “DelPo” è un consigliere della franchigia di Miami nella Pro Padel League. “Mi piace giocare”, afferma Juan Martin, “il mio grande errore è che voglio giocare a padel come un giocatore di tennis, ma quando colpisci forte, perdi il punto. Sono completamente diversi tennis e padel. Ho bisogno di allenarmi per migliorare”.

Del Potro vive tra Miami e l’Argentina, e di recente ha trascorso una bella giornata con Gabriela Sabatini. “Abbiamo detto, ‘OK, andiamo a colpire un po’ di palle.’ Abbiamo giocato insieme per un’ora e mi è sembrato di giocare una partita di cinque set! Alla fine ero completamente esausto, ma che bella sensazione esser in campo”. 

Proprio la ricerca di quelle sensazioni perdute, sentire la palla che arriva e colpirla con quel diritto “assassino”, uno dei colpi più straordinari della storia moderna del gioco, è quello che sta spingendo ancora una volta “El Titan” a riprovarci. Sarà sicuramente una strada difficile, un rischio per il suo ginocchio malandato, una sofferenza che ha scelto di sopportare per sentirsi giocatore ancora un’ultima volta. Noi tifiamo per lui. Pochi altri tennisti nell’epoca recente ci hanno regalato le stesse maledette emozioni.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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