Dopo il “botto” di ieri sera, con la rivelazione (via FFT) della rottura dell’accordo tra ITF e Kosmos per continuare insieme il percorso organizzativo della Coppa Davis dal 2023, arrivano le prime rivelazioni sui motivi che hanno provocato la clamorosa rottura. Come ipotizzato, il problema è strettamente economico.
Secondo quanto riporta l’Equipe, sono state le ripetute difficoltà di pagamento di Kosmos a causare la fine della partnership. Le perdite finanziarie a carico della società di Piquè si conterebbero in decine di milioni di euro. Qualche mese fa, Kosmos avrebbe chiesto all’ITF una dilazione per pagare i 6 milioni di euro dovuti nell’immediato.
“Kosmos è stata messa alla porta perché, come previsto da molti esperti quattro anni fa, ha perso molti soldi e non è stata in grado di pagare ciò che aveva promesso”, ha rivelato una fonte vicina al caso.
Il buco creato sarebbe così grande da aver impedito a Kosmos di pagare quanto promesso (e stipulato via contratto) ai giocatori delle otto squadre presenti a Malaga lo scorso novembre durante la fase a eliminazione diretta della Coppa Davis (Italia, Stati Uniti, Germania, Canada, Australia, Olanda, Croazia e Spagna). Lo stesso vale per quanto dovuto al fisco. Vista la situazione di insolvenza, queste pendenze sono a carico dell’ITF, costretta ad estinguere questi debiti.
Se così stanno le cose, si spiega facilmente come si è arrivati a quest’improvvisa e traumatica rottura, che rimescola completamente le carte in tavola e rimette in gioco il futuro tecnico ed economico della Davis. Sembra che non ci siano i tempi tecnici per cambiare formato, date e programma per il 2023 (tutto sarà a carico della ITF), ma è sicura una svolta nel 2024. Questo sarà certamente uno dei temi caldi della stagione, quel che ne sarà della Davis. Verrà cercato un altro partner a la Kosmos? O l’ITF tornerà in primo piano assumendosi in toto il rilancio della competizione?
Oltre a queste, la vera domanda che è lecito porsi è la seguente: visto che il piano prospettato da Kosmos (valanghe di dollari di guadagni) era parso subito alquanto azzardato alla maggior parte degli analisti finanziari, come è possibile che l’ITF abbia deciso di accettare? Non devono essere ore facili per il presidente Haggerty, fautore di una rivoluzione finita davvero male…
Marco Mazzoni
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