Da Rovereto: adesso c’è un Zeppieri tutto nuovo (con il programma di domani)

Non c’è dubbio che ci sia molto della nuova guida tecnica nel Giulio Zeppieri versione 2023. Il ragazzo di Latina ha doti tecniche indiscutibili, ma nei primi anni di carriera gli era capitato di avere alti e bassi (soprattutto emotivi) nel corso di una partita. Invece sta affrontando il “Città di Rovereto” con lo spirito del campione: non era facile resettare la mente dopo il successo a Cherbourg, invece Giulio (seguito da coach Massimo Sartori) ha conquistato un posto in semifinale grazie alla bella vittoria contro Antoine Escoffier (2-6 6-3 6-2 lo score), un francese di quasi 31 anni che si è scoperto competitivo nel circuito Challenger dopo oltre dieci anni di carriera. Per il secondo match di fila, Zeppieri ha rimontato un set di svantaggio. Ma questo match è stato ben più complesso rispetto a quello contro Charles Broom, poiché il francese è stato avanti di un break nel secondo set dopo aver dominato il primo. Approfittando di un Zeppieri un po’ contratto, Escoffier ha giocato un primo set impeccabile, mostrando buone qualità. Quando è salito 2-1 e servizio nel secondo set, sembrava che il match non fosse più recuperabile. Invece “Zeppo” è rimasto dentro la partita, prima con la testa, poi con il cuore e infine con il braccio. Con tre game consecutivi ha rovesciato l’inerzia dell’incontro e lo ha portato al terzo, aiutato – per la verità – da un problema fisico del francese, la cui gamba sinistra ha preso a sanguinare vistosamente, colorando di rosso il calzettone. Però ha continuato a lottare in avvio di terzo, quando ha avuto una cruciale palla break nel secondo game. Lì Zeppieri ha chiesto e trovato aiuto dal servizio, poi nel game successivo è riuscito a brekkare nuovamente il suo avversario al termine di un game di 16 punti. La partita era ormai girata, anche se Escoffier ha continuato a lottare con generosità. Ma per lui, ormai, “i buoi erano scappati”. Zeppieri ha così intascato l’ottava vittoria di fila e proverà a prolungare la serie nell’ultimo match di sabato (non prima delle ore 18) contro Kaichi Uchida. Sulla carta parte favorito, ma il giapponese sta esprimendo una qualità di gioco davvero elevata: l’azzurro dovrà sfruttare i probabili passaggi a vuoto di Uchida per continuare a sperare nel sorpasso in classifica ai danni di Matteo Arnaldi e Francesco Passaro. Sorpasso che avverrebbe soltanto in caso di vittoria nel torneo. Il programma inizierà alle 14 con la finale del doppio, poi non prima delle 16 si giocherà la prima semifinale tra Dominic Stricker e Gauthier Onclin.

Gauthier Onclin compirà 22 anni il giorno della finale del “Città di Rovereto”: dovesse arrivarci, festeggerebbe con il miglior risultato in carriera. È allenato dalla leggenda belga Steve Darcis:“Sta crescendo, poi la concorrenza interna fa bene. Obiettivo top-150 entro fine anno”. E intanto è diventato capitano di Coppa Davis. Ok Stricker, prosegue la favola di Uchida.

Gauthier Onclin non vuole finire nella lunga lista dei top-10 junior incapaci di confermarsi tra i professionisti. I primi anni di carriera avevano alimentato qualche dubbio, ma il suo avvio di 2023 ha cambiato tutto. In meno di due mesi ha scalato cento posizioni ed è entrato a gamba tesa nel circuito Challenger. Dopo aver vinto il torneo ITF di Bressuire, è giunto in semifinale al ricco torneo di Ottignies Louvain, arrivando a sfidare David Goffin. Adesso vuole fare un passo in più dopo aver centrato un’altra semifinale agli Internazionali di Tennis – Città di Rovereto (73.000€, Play-It). Partiva leggermente sfavorito contro Zdenek Kolar, invece si è imposto con un doppio 6-3 che gli ha aperto la strada per la semifinale contro Dominic Stricker. Se Onclin è relativamente sconosciuto a questi livelli, non si può dire altrettanto del suo coach: Steve Darcis è stato un ottimo giocatore, ricordato per alcune imprese in Coppa Davis e per una storica vittoria su Rafael Nadal a Wimbledon (una delle due sole sconfitte dello spagnolo al primo turno di uno Slam). Ha smesso tre anni fa e ha subito iniziato ad allenare, salvo poi diventare – appena una settimana fa – capitano del team belga di Coppa Davis. Un doppio ruolo che però non lo distrae dall’impegno con Onclin. “Per me non cambierà molto: da quando ho smesso di giocare sono subito entrato in federazione e sono diventato responsabile degli Over 18, oltre ad allenare la top-100 WTA Ysaline Bonaventure quando è in Belgio, mentre in giro per il mondo è seguita da un tecnico francese (Hugo Guerriero, ndr). Quanto alla Davis, si tratta di un impegno di due settimane. Ok, dovrò fare delle riunioni, seguire i giocatori ma l’idea è organizzare delle sessioni di allenamento tutti insieme”. Adesso è focalizzato su Onclin, che sogna a farsi il più bel regalo di compleanno: dovesse arrivare in finale, la giocherebbe nel giorno in cui compie 22 anni. “Oggi mi è piaciuto molto, è stato solido e aggressivo – dice Darcis – questa è stata la chiave. Per lui è importante far muovere l’avversario, perché quando è lui a dover correre non va troppo bene. Se invece riesce a dettare il gioco va molto meglio”.

IL PROBLEMA DEGLI SPONSOR
Onclin ascolta la conversazione in silenzio, si vede che nutre un grande rispetto per il suo tecnico. “Deve migliorare il servizio – continua Darcis – credo che possa fare molto meglio di così. Per il resto deve continuare a essere solido, come sta facendo da qualche settimana. Adesso sa come giocare a tennis, ha capito come funziona. Sul piano tecnico risponde molto bene e il dritto è un’arma davvero interessante”. Professionista dal 2020, per tre anni ha giocato quasi esclusivamente i tornei ITF. Adesso sembra essere cambiato tutto: frutto di un lavoro particolare durante la offseason o è la naturale evoluzione di un giocatore? “Entrambe le cose – continua Goffin – l’evoluzione procede nel modo giusto, ma in inverno abbiamo cercato di lavorare il più possibile con i migliori belgi. Abbiamo trascorso alcune settimane con Zizou Bergs e lo stesso Goffin. Per lui è stato molto importante, perché si è reso conto che il livello non è così diverso”. Onclin ha vissuto il suo momento di massima popolarità a Ottignies Louvain, laddove ha attirato la curiosità della stampa belga. Nell’occasione aveva detto di non avere particolari sponsor, lanciando quasi un appello. “Speriamo che trovi qualcosa!” dice Goffin, specificando che per le racchette non ci sono problemi perché utilizza da tempo telai dello stesso marchio. “Per l’abbigliamento è un po’ più difficile, perché lui ama giocare con un certo modello di scarpe, e le aziende di abbigliamento vogliono vestire un giocatore dalla testa ai piedi. Io posso sperare che continui a salire in classifica, credo che le attenzioni verranno di conseguenza”. Sempre in occasione del torneo belga, lo stesso Darcis aveva specificato che Onclin deve raggiungere determinati obiettivi se vuole continuare ad avere il sostegno della federtennis belga. Sul punto, è opportuno fare una precisazione: essendo un Paese bilingue, il Belgio ha due grosse associazioni che confluiscono nella Royal Belgian Tennis Federation. Nella parte fiamminga c’è Tennis Vlaanderen, mentre in quella vallone c’è l’AFT (Association Francophone de Tennis). Quest’ultima è quella a cui è associato Onclin.

NUOVO CAPITANO DI DAVIS
“La nostra idea è chiudere l’anno tra i top-150 ATP – dice Darcis – qualora dovesse farcela, credo che continueranno a dargli una mano. In caso contrario dovremmo fare per conto nostro, perché la parte francese della federazione non ha molti soldi. E i costi, tra voli e hotel, sono moltissimi. Il primo obiettivo era giocare le qualificazioni del Roland Garros, e credo che sia stato già raggiunto, così come per Wimbledon. Questa è un’ottima notizia. Io mi auguro che continui così, perché in quel caso raggiungerà sicuramente l’obiettivo di fine anno”. Visto che l’annuncio è arrivato pochi giorni fa (con tanto di annuncio in pompa magna sul sito della Coppa Davis), è inevitabile chiedere a Darcis come è nata la sua nomina a capitano di Coppa Davis. “Abbiamo avuto un ottimo capitano per dodici anni: con Johan Van Herck abbiamo raggiunto due finali – premette – alla fine le cose per lui si sono complicate con la federazione. Quando ho smesso di giocare, ormai tre anni fa, ho subito dato la mia disponibilità, ma non ho voluto fare nulla alle spalle di Johan perché è un amico e ho grande rispetto per lui. Quando mi hanno detto che lui avrebbe chiuso la sua esperienza, io ho detto che ero disponibile. C’erano state delle discussioni, ma non c’era ancora nulla di definito”. Darcis racconta di aver appreso della nomina dopo la sconfitta di tre settimane fa in Corea. “Ne avevamo parlato, ma l’intenzione era far chiudere la stagione a Van Herck. Dopo quella partita hanno cambiato idea, dunque a settembre ci sarò già io. Ma ogni discussione è arrivata dopo la partita di Seul”. Nonostante quella brutta sconfitta, che costringerà a giocare uno spareggio-salvezza contro l’Uzbekistan, il tennis belga sta vivendo un buon momento di salute. “Siamo in buona posizione – dice Darcis – anche se Goffin non è più giovanissimo abbiamo Zizou Bergs e poi stanno emergendo tanti giovani: c’è Gauthier, poi Raphael Collignon, il vincitore dell’Australian Open junior Alexander Blockx e Gilles Arnaud Bailly, che lo scorso anno ha giocato due finali Slam junior. Stanno arrivando tanti giovani e questo è ottimo, perché la competizione spingerà tutti a fare meglio”. Intanto il suo allievo proverà a farsi il più bel regalo di compleanno della sua vita, a piedi delle Dolomiti. Per riuscirci dovrà battere Dominic Stricker, che si è concesso un set di distrazione contro l’ostico Alejandro Moro Canas, entrato in tabellone come lucky loser ma bravo a spingersi fino ai quarti di finale. Nonostante un problema al piede sinistro (che lo ha costretto a chiedere un medical time-out dopo appena tre game), lo svizzero ha evidenziato una superiorità netta su questa superficie. Il match è terminato col punteggio di 6-4 4-6 6-0, ma per lo spagnolo (che si incorda da solo le racchette con una macchina portatile) rimane una buonissima esperienza: per lui è stata la terza volta nei quarti di finale di un torneo Challenger, la prima in un torneo indoor.

UCHIDA RITROVA IL SERVIZIO
Prosegue la bella avventura di Kaichi Uchida: il giapponese conferma di avere potenzialità importanti e ha estromesso la prima testa di serie Jurij Rodionov al termine di una battaglia di tre set, chiusa col punteggio di 7-6 2-6 6-3. Rispetto ai match precedenti, Uchida ha trovato un buon rendimento al servizio, raccogliendo molti punti diretti che gli hanno permesso di uscire dalle sabbie mobili. Alcune sue prime palle hanno toccato i 225 km/h, velocità ancora più impressionante se relazionata a un’altezza non trascendentale (180 cm). È stato decisivo il primo set, nel quale ha dovuto fronteggiare ben cinque palle break ma è riuscito a trascinarlo al tie-break, vincendolo al fotofinish. Dopo un passaggio a vuoto nel secondo set, ha preso un break di vantaggio in avvio di terzo ed è stato bravissimo nell’ottavo game, quando ha cancellato una palla break a Rodionov con una coraggiosa seconda di servizio. In passato gli era già successo di battere avversari con una classifica migliore dell’austriaco, ma questo successo conferma i progressi mostrati negli ultimi dodici mesi. In semifinale se la vedrà con il vincente del match serale, quello tra il nostro Giulio Zeppieri e il francese Antoine Escoffier.

Campo Centrale – Ora italiana: 14:00 (ora locale: 2:00 pm)
1. [1] Vladyslav Manafov / Oleg Prihodko vs [2] Victor Vlad Cornea / Franko Skugor
2. Gauthier Onclin vs [2] Dominic Stricker (non prima ore: 16:00)
3. [6] Kaichi Uchida vs [3/WC] Giulio Zeppieri (non prima ore: 18:00)


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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