Chris Eubanks, non è mai tardi

Fino ad agosto dello scorso anno le partite di Chris Eubanks provocavano in me un sentimento fatto di ammirazione e frustrazione. Ammirazione per il suo essere un magnifico e istintivo produttore di gioco, per quel mix di grazia e potenza nel suo tennis; ma suscitavano anche rabbia per quel rovescio bello ma tremebondo, per quell’apparente pigrizia e soprattutto per la brutta sensazione che Chris, in fondo, non ci credesse per davvero.

Poi a partire dalle quali degli US Open 2022 le cose sono cambiate. Da quel momento fino a Delray Beach Eubanks ha messo su un record di 26 vittorie e 10 sconfitte, giocando due tabelloni principali degli Slam e approdando a due finali Challenger, perse con Shelton. Una continuità sconosciuta in carriera per il ragazzo di Atlanta, allenato dall’ex giocatore sudafricano e giovanissimo coach Ruan Roelofse (33 anni).

E adesso, dopo un paio di settimane complicate, l’exploit del Masters 1000 di Miami con le qualificazioni superate e le vittorie nel tabellone principale contro Coric e Barrere. Exploit che ha assicurato per la prima volta a Eubanks un posto nei primi 100 del mondo.

Quella di Eubanks è una carriera caratterizzata da un lento, ma costante miglioramento. Una crescita avvenuta nell’ombra, a dire la verità, visto che i primi risultati ottenuti da Eubanks nel 2017 avevano illuso il mondo tennistico statunitense di aver trovato un talento pronto ad esplodere. In quell’anno infatti Chris aveva giocato una grande stagione a livello di College, raggiunto i quarti nel torneo di Atlanta, superato le quali nel Master 1000 di Cincinnati e ottenuto una wild card per il tabellone principale degli US Open. I due anni seguenti avevano però visto Eubanks faticare a emergere nel mondo dei Challenger: nel 2018 il nativo di Atlanta registra un record di 38 vittorie e 29 sconfitte, con il successo al Challenger di Leon come miglior risultato, mentre nel 2019 il record di 27 vittorie e 29 sconfitte è piuttosto deludente con la qualificazione ottenuta nello Slam australiano come unico acuto della stagione.

Ma questa è storia. Il presente sono gli occhi limpidi di Chris che faticano a trattenere le lacrime davanti ai microfoni e le telecamere dei media americani presenti a Miami: “It feels good” ripete, “It feels good” per poi sorridere e dire: “Perché sto piangendo? È così imbarazzante… ma no ci si sente bene”.

C’è dell’orgoglio dietro il sorriso meraviglioso di Eubanks, l’orgoglio di un ragazzo che a 26 anni può dire di essere fra i migliori 100 giocatori del mondo.

Antonio Gallucci


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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