Alcaraz: “Penso che le finali non si giocano, si vincono”

Carlos Alcaraz ha già ritrovato una buonissima condizione nel primo torneo disputato dopo uno stop di 103 giorni. Sul rosso di Buenos Aires, il n.1 più giovane di sempre affronta per il titolo il britannico Cameron Norrie, non uno dei specialisti della terra battuta ma tennista sempre combattivo e capace di tirare fuori il meglio in ogni condizione di gioco. Alcaraz dopo la vittoria in semifinale ha parlato alla stampa, felice di aver conosciuto la stella della NBA Jimmy Butler prima del match (riportiamo il tweet del torneo su questo simpatico incontro), ma anche super concentrato per una finale che non vuole giocare, vuole solo vincere.

“L’incontro con Butler? Sapevo che sarebbe successo, perché è rappresentato da IMG, come me. Incontrare questo tipo di giocatori, star, è ancora qualcosa di nuovo per me. Non mi vedo ancora a quel livello, penso cose tipo, ‘Accidenti, c’è Jimmy Butler’. Che una star come lui venga a vedere la mia partita lo apprezzo molto. Il basket è uno sport che mi piace, mi piace giocare e anche guardarlo quando posso. Diciamo che non me la cavo molto male tutto sommato con la palla da basket…”

Tornando al tennis, ecco le dichiarazioni di Carlos sulla finale di stasera a Baires. Un match che ritiene difficile ma che vuole assolutamente vincere. “Norrie è un grande giocatore, un guerriero. Devo giocare al mio meglio per batterlo: essere molto aggressivo, cercare di imporre il mio gioco, fare quello che ho fatto finora con più intensità e divertirmi. È una finale, non tutti i giorni si gioca una finale e devo godermi il momento. Ripeto sempre la stessa cosa: quando mi diverto gioca al miglior livello”.

“È normale che in una finale si senta la tensione, ma aver un po’ di tensione aiuta a mantenerti concentrato, non ti lascia distrarre. A volte sembra che io abbia il gioco e il match sotto controllo, poi arriva un momento in cui mi disconnetto un attimo dal match e lì arrivano i problemi. Sto lavorando affinché questo non accada. Sono un giocatore molto competitivo e affronto le finali con una semplice filosofia: le finali non si giocano, si vincono. Ho questo ben chiaro in testa. Devo dare il massimo, non posso lasciare che il nervosismo di una finale mi blocchi, che non mi lasci correre il braccio, divertirmi o non essere me stesso in campo. Soprattutto all’inizio è molto importante scaricare il grosso della tensione che senti per il fatto di giocare una finale, così me la posso godere”.


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