Toyota, la neutralità tecnologica è la strada per la decarbonizzazione

In fondo, sarebbe stato sufficiente che i fenomeni di Bruxelles, i politici dell’UE che hanno deciso senza sapere, o facendo finta di farlo, si fossero impegnati a frequentare la sede di Toyota Motor Italia a Roma – o qualsiasi altra del Costruttore giapponese – per capire quali decisioni erano più corrette per tutti i cittadini del Vecchio Continente, invece di imporre ideologicamente solo l’elettrico che oggi è ancora per pochissimi avrebbe avuto bisogno di ben altra preparazione (infrastrutturale e culturale) prima di essere diffusa per… legge. Già, sarebbe stato meglio andare a lezione dove la sostenibilità è di casa per filosofia, per scelta, da appena 26 anni, come in Toyota. Che nel 1997 portò sul mercato la prima ibrida, la Prius, tra la derisione di chi faceva denaro a palate con il Diesel, oggi denigrato a comando.

La filosofia di Toyota

Nel dubbio, meglio ricordare e fare un tuffo in un universo di sano realismo e democrazia della mobilità come quello voluto e realizzato da Luigi Ksawery Lucà, AD di Toyota Motor Italia con l’evento “Let’s go beyond”, sempre fedele ai dettami della Casa madre e del n.1 Akio Toyota che dall’1 aprile non è più il Ceo, ma ancora tutto controlla. Una carrellata salutare per ribadire che Toyota è sempre più intenzionata a…“offrire soluzioni di mobilità per tutti, seguendo i principi del kaizen, il miglioramento continuo che si costruisce uno passo alla volta e proprio per questo ogni passo conta. La decarbonizzazione è fondamentale per un futuro migliore e serve un ampio ventaglio di soluzioni. Il nemico non sono le varie tecnologie ma la CO2 che va ridotta il prima possibile. Per questo continueremo a introdurre veicoli a batteria, ma anche ibride, full o plug-in, come il nuovo C-HR e la nuova Prius, senza dimenticare l’idrogeno e le fuel cell. Una politica che in 25 anni ha consentito a Toyota di introdurre 22 milioni di vetture elettrificate nel mondo (350.000 in Italia), risparmiando 160 milioni di tonnellate di CO2”.

Quali sono i prossimi passi

E il miglioramento non si ferma, come il progresso. “Entro il 2025 il 90% della nostra gamma sarà elettrificata, al 2030 la gamma sarà al 50% elettrica, per diventarlo al 100% nel 2035, in linea con le normative UE, ma sempre in grado di accompagnare la transizione che durerà altri 10-15 anni con un’offerta globale, già capace di portarsi avanti, visto che le vendite sono al 75% elettrificate e il parco circolante al 50%. A livello di stabilimenti la neutralità carbonica in Europa sarà raggiunta nel 2030, mentre nel 2040 sarà estesa a tutta la filiera, tra fornitori, logistica e servizi”.

Gli altri due pilastri dell’ecosistema Toyota sono da una parte WeHybrid, dall’altra Kinto. La prima, è la geniale soluzione che  raggruppa un insieme di servizi destinati ai clienti Toyota tesi a incentivare stili di guida sostenibili e un corretto utilizzo della tecnologia full hybrid. A oggi 55 mila utenti WeHybrid hanno percorso più di 100 milioni di km in EV risparmiando 6mila tonnellate di CO2.

La sfida: diventare servizio alla mobilità

KINTO invece, terzo brand globale del Gruppo, rappresenta come spiega Mauro Caruccio, Presidente e CEO di KINTO Italia (e di Toyota Financial Service): “… la sfida del Gruppo Toyota nel percorso di trasformazione verso la Mobility Company grazie a innovative soluzioni di mobilità. Per vincere questa sfida è fondamentale porre al centro le persone, comprendere le nuove esigenze di mobilità con l’obiettivo di vantaggi per tutti, combinato disposto tra l’utilizzo virtuoso delle tecnologie elettrificate e delle piattaforme di mobilità. KINTO ne è un esempio concreto: un sistema di valori che si traduce in un ventaglio di servizi per persone, aziende, comunità e istituzioni. Una visione che prevede la creazione di un ecosistema di mobilità aperto, inclusivo e affidabile, semplice e intuitivo oltre che sostenibile, che consente movimento semplice e veloce, per tutti, senza lasciare indietro nessuno”.

In tutto si tratta di 5 servizi che coprono esigenze di mobilità che vanno da 5 minuti a 72 mesi che in tre anni hanno già conquistato 50.000 utenti. Un bel modo, insieme a tutto il resto, per gestire la transizione. 


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori

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