Sprint Race, i piloti preparano la rivolta

Perlomeno irritato. Così potremmo descrivere lo stato d’animo dei piloti MotoGP, molto contrariati e poco allettati dall’imminente introduzione della Sprint Race, gara da aggiungere nella giornata del sabato al canonico Gran Premio domenicale. La rabbia dei protagonisti era esplosa nel paddock austriaco del Red Bull Ring, dove la voce è arrivata loro ancor prima di diventare notizia: promoter, Federazione e team sapevano già (quasi) tutto, chi deve montare in sella e scrivere l’Albo d’Oro assolutamente niente. Dorna. 
FIM e Case avevano preventivamente parlato dell’idea, tramutatasi in format che cambierà da quest’anno il volto della classe regina: basta alla singola contesa in cui giocarsi tutto, bensì il doppio delle partenze che, consultando il calendario, saliranno a quota 42. La manche “breve” ricoprirà la metà esatta della distanza programmata dalla gara classica, distribuendo 12 punti contro i classici 25, muovendo le classifiche, assegnando trofei. Assisteremo perciò al doppio spegnimento del semaforo e alla doppia bandiera a scacchi, con conseguenti parc fermé e relativi podi. Sicché s dovranno moltiplicare per due emozioni e attenzioni, altrettanto i problemi. E’ emerso un impiccio di non poco conto, legato a premi contrattuali.

Soldi

E’ risaputo, infatti, che i piloti ricevano denaro e bonus basati sugli ordini di arrivo: meglio ci si è piazzati, più soldi vengono incassati. Ogni singolo piazzamento ha un valore concordato a priori, che si parli di decimo posto o vittoria; ovviamente, il successo viene ripagato previe quote massime, per mezzo di tabelle le cui caselle piene di cifre somigliano a numeri scolpiti nella pietra, ovvero, irremovibili, indelebili. Appunto, ma questi numeri, considerando il raddoppio degli sforzi da sostenere, si possono ritoccare? Al momento, parrebbe di no. 
La per nulla gradita iniziativa, commentata a male parole praticamente all’unisono, spaventa i piloti, a causa di motivi diversi tra loro ma contestualmente legati. Un conto è affrontare un turno di prove libere, un altro una corsa vera e propria, fase in cui si mette in pista il 100% e anche oltre. In gara aumentano le difficoltà, elencabili in tensione, rischi, stress, fatica e responsabilità. Mentre nelle prove cromentrate una eventuale scivolata viene abbastanza “accettata”, in qualifica decisamente meno, in gara assolutamente no.  
Chi ha caldeggiato la Sprint Race promette lo stesso numero di chilometri macinato in un normale fine settimana, però è il “come” questi chilometri verranno affrontati: con l’esigenza di ottimizzare i risultati, minimizzando gli imprevisti. Durante il Gran Premio d’Austria c’è stata poca democrazia in tal senso: il dado era ormai tratto, i vari Pecco Bagnaia («Il nostro parere dovrebbe contare») e Fabio Quartararo («Format stupido e pericoloso») hanno dovuto prenderne atto, sebbene le proteste fioccassero a mo’ di tempesta montana. Paura di farsi male, paura di non farcela, paura della novità, paura della paura stessa.

Dopo Rossi

Il confronto tra Carmelo Ezpeleta per conto di Dorna e i piloti è sì avvenuto, però quando ormai la modifica al palinsesto era cosa fatta. In un mondo che cambia, come accettato dalla ricchissima Formula 1 – “rivale” motorizzato tutt’ora inarrivabile in termini di audience – la proposta a due ruote deve cambiare, colmando l’uscita dell’iconico trascinatore Valentino Rossi, soddisfando il pubblico pagante, le Tv e gli addetti ai lavori. 
Peccato che gli unici a uscire insoddisfatti dal discorso potrebbero essere gli attori del Circus iridato, perché la questione legata al vil denaro giaceva sotto la brace tra l’estate e l’autunno, si sta scaldando in inverno, ed esploderà in primavera, quando il campionato comincerà. I manager dei piloti hanno poco tempo per arrivare al dunque assieme ai rappresentanti delle Case: ci sono o no i soldi coi quali pagare gli arrivi della Sprint Race? Sino all’epilogo stagionale 2022 di Valencia, no. I soldi non c’erano. Manca un mese al test malese di Sepang, il GP di Portimão è fissato nell’ultima settimana di marzo. Cosa succederà da oggi al Portogallo? 


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