ROMA – “Quello che facciamo è consentito dal regolamento. Ogni team riceve un compenso di 3 milioni dall’organizzatore quando fornisce una squadra cliente, mentre nessun altro sussidio viene pagato per gli altri team clienti. Queste norme esistono fin dall’inizio, sono le stesse per tutti”. Così Luigi Dall’Igna, general manager della Ducati, in un’intervista a Speedweek, ha risposto alle parole di Massimo Rivola, che nelle scorse settimane aveva dichiarato che in MotoGP “dovrebbe essere impostato un tetto di team massimi per costruttore”, per sventare la creazione di un campionato “monomarca”.
Il general manager della Ducati ha “difeso” ulteriormente la propria scuderia, togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe, affermando: “Anche Honda, in passato, aveva molti clienti italiani, eppure nessuno si lamentava. Avevamo otto Ducati in griglia anche gli anni scorsi, eppure nessuno si lamentava; sarà che non erano così competitive come l’attuale Desmosedici“. Dall’Igna ha poi concluso invitando le altre scuderie a fare lo stesso: “Il mio punto di vista è che se un team privato vuole usare una moto Ducati, lo fa perché le nostre moto sono migliori di altre. Il regolamento non prevede un numero massimo di team clienti o piloti. Ad esempio, se KTM offrisse moto migliori delle nostre, avrebbero sicuramente più moto in griglia. Allo stesso modo, se Aprilia vuole più moto in griglia, deve provare a convincere più squadre“.
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