ROMA – Nel corso degli ultimi anni, KTM ha progressivamente rivoluzionato il proprio team di lavoro, cercando di far salire sempre più il livello in MotoGP. L’obiettivo è ovviamente quello di creare una squadra sempre più competitiva, e per farlo ha reclutato anche diversi ingegneri ex Ducati, il punto di riferimento in questo senso. Gli esempi più importanti sono Fabiano Sterlacchini, ora responsabile della tecnologia del progetto austriaco, Francesco Guidotti, tornato in KTM dopo aver fatto il team manager di Ducati Pramac, e, ultimo a livello cronologico, Alberto Giribuola, lo scorso anno capotecnico di Enea Bastianini, e in precedenza al fianco di Andrea Dovizioso in Ducati ufficiale. Tutte figure che hanno portato in KTM un impronta più “scientifica”, come spiegato dal collaudatore Daniel Pedrosa in un’intervista rilasciata a Speedweek: “Arrivano da un sistema organizzativo diverso, basato più sui numeri che sui sentimenti. Cercano di capire il pilota traducendo le sue sensazioni in un qualcosa che possano vedere. A volte si tratta di un linguaggio difficile da capire, o non accurato. Se il pilota non sa esprimerlo correttamente e la telemetria non lo rileva, tutto si complica”.
“Gli ingegneri decidono dove vogliono andare, qual è l’obiettivo stabilendo un piano per arrivarci – aggiunge Pedrosa, che parla poi del lavoro tra team ufficiale e quello satellite –. È necessario controllare e confrontare le informazioni con il numero massimo possibile di piloti per ottenere una tendenza corretta. Questo comporta l’avere una sensazione simile su quello che viene testato, e aiuta la pianificazione degli interventi. Altrimenti, se non fai le opportune valutazioni, potresti testare le parti su un certo tracciato in cui la novità funziona alla grande, ma poi su un altro scenario improvvisamente ti rendi conto che non funziona. Aumentare l’efficienza nella pianificazione è fondamentale per far funzionare le cose non appena arrivano”.
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