ROMA – Basta vedere la classifica piloti della MotoGP per capire come ci sia un evidente dominio Ducati, figlio anche delle otto moto in pista, al contrario della Yamaha di Lin Jarvis, con solo due moto in gara, quelle di Morbidelli e Quartararo. “Secondo il mio punto di andrebbero bene sei. Con le nuove regole e la sprint, hanno troppi dati. Grazie ai moderni computer e alle possibilità di valutazione – spiega al portale Speedweek – il loro vantaggio è grande. Nessuno vuole una Ducati Cup, nemmeno Carmelo Ezpeleta, che preferirebbe avere quattro moto di ogni costruttore sulla griglia di partenza”.
L’addio della Suzuki ha portato incertezza in attesa di alcuni nuovi possibili ingressi a partire dal 2026. “La BMW? Se ne parla da diversi anni, ma non ha intenzione di entrare davvero. KTM è un buon esempio perché ha scoperto come entrare in questo sport porti vantaggi nel mercato globale. Forse Triumph potrebbe essere un’opzione, ma prima teniamo qui gli attuali produttori. – spiega Jarvis – La nostra attenzione è rivolta sì al 2026, ma prima dobbiamo guardare al 2024 e al 2025. Spero tutto sia pensato per motivare altri costruttori a entrare in MotoGP”.
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