TORINO – Quali verdetti emergono dalle prime (e anche ultime) prove pre stagionali in Bahrein? Il team principal della Ferrari, Frederic Vasseur, che ha scelto come strategia di approccio al mondo della Scuderia, un profilo basso, evita discorsi troppo impegnativi: «Posso dire con certezza che siamo tra le prime dieci squadre…». Una battuta scherzosa, ovviamente, seguita dalla considerazione (ovvia, però fondata) che ogni team si è concentrato soprattutto sul proprio lavoro, sulla scoperta delle nuove auto, sullo studio degli assetti. Non ci sono verdetti, dunque. Caso mai delle indicazioni. Gunter Steiner, direttore della Haas e più popolare come figura di Netflix che come dirigente (detto con simpatia, ovviamente), sostiene che in Bahrain le condizioni ambientali non sono ideali per i test. Ha ragione: fa molto caldo di giorno, poi la temperatura (soprattutto quella dell’asfalto) cade al tramonto. E la gara, già la prossima settimana, finisce in un orario in cui la pista è (relativamente) ”fredda.
Detto questo, non ci sono dubbi su quanto vada forte la Red Bull, come in fondo era facile aspettarsi, dal momento che da sempre chi finisce la stagione in vantaggio comincia la successiva nella stessa privilegiata posizione. La Ferrari tiene banco, molto vicina alla Red Bull, forse più veloce sul giro secco, forse un po’ meno costante sul passo gara. Anche questo, un copione già visto. E tuttavia la Rossa, a parte qualche (moderato) mugugno dei piloti (e quale pilota non vorrebbe guidare sempre un’auto veloccissima e vincente?) ha messo assieme tanti giri. Ed è un dato che conta: lo scorso anno, tra i punti deboli ci fu proprio l’affidabilità, che non permise di arginare la Red Bull. Dunque una crescita c’è stata, si vedrà quanto marcata. Anche se la frase di Leclerc sulla necessità di adattare il suo stile di guida a un’auto divesra da quella dello scorso anno suscita qualche perplessità.
È invece un dato che la Mercedes non ha lo stesso piglio delle prime due squadre e, se da un lato è evidente che non si può dare per persa la seconda stagione di fila, è altrettanto evidente che ci vorrà un po’ (magari meno di quanto si pensi) prima che le monoposto di Hamilton e Russell riescano a tornare ai livelli pre 2022. In questo quadro, molto fluido, una certezza viene dalla Aston Martin. La squadra di proprietà di Lawrence Stroll, che si affida all’esperienza (arrembante e per nulla “seduta“) di Fernando Alonso è la squadra che ha stupito di più. I tecnici evitano i proclami («vorremmo essere i primi tra quelli che stanno dietro le tre squadre di vertice») ma la sensazione è che le “verdone” possano anche togliersi qualche soddisfazione più grande.
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