ROMA – La nuova stagione di F1 è alle porte, e anche la Ferrari prosegue nel suo lavoro senza sosta per farsi trovare pronta. Un lavoro che non si limita solo allo sviluppo della monoposto e all’azione in pista, dopo i tre giorni di test svolti a Fiorano, ma che riguarda anche altri dettagli che nell’arco della stagione fanno la differenza. Proprio Fiorano (dove si trova anche il nuovo simulatore) è sede del garage in cui i meccanici si allenano sui pit stop. Una vera e propria preparazione atletica, che parte dall’alimentazione, con un programma preciso per limitare gli errori in una delle fasi più spettacolari della gara, dove la tensione sale e ogni centesimi di secondo conta. L’obiettivo è quello di toccare quota 1.000 pit stop provati nel giro di un mese, quindi prima del trasferimento in Bahrain dove, dal 3 al 5 marzo, si svolgeranno i test ufficiali, prima del via alle gare nel fine settimana successivo.
Un lavoro certosino che ha visto dei miglioramenti nella scorsa stagione, ma non quanto ci si aspettava in casa del Cavallino Rampante. È quanto sottolinea Diego Ioverno, commentando il dato che ha visto la Ferrari chiudere il 2022 con il 73% di pit stop sotto i 3″, facendo meglio anche di Red Bull: “Non siamo soddisfatti, perché il target era di arrivare all’80%, e non l’abbiamo fatto”, ha spiegato l’ingegnere responsabile dei reparti montaggio ai microfoni di motorsport.com. “Per il 2023 abbiamo alzato l’asticella all’84% e ci stiamo allenando in tal senso, con l’obiettivo di abbassare il 9% di pit stop falliti“, ha aggiunto Ioverno, dove per “falliti” si intendono le soste oltre i 4″50. E se la costanza per certi versi risulta più importante e difficile da raggiungere rispetto alla velocità, c’è da sottolineare il record fatto segnare in questi test: “Abbiamo raggiunto valori straordinari, anche di 1″65. Ma in laboratorio la macchina arriva sempre perfettamente allineata alla postazione e, soprattutto, si ferma esattamente nel punto previsto, mentre durante un Gran Premio entrano in gioco tante altre variabili che rendono l’esercizio molto complicato”. Nel particolare, la monoposto utilizzata è la SF-71 del 2018, spinta dal motogeneratore elettrico MGU-K.
“È fondamentale alzare il livello medio della squadra – continua Ioverno –, dal momento in cui abbiamo notato che i problemi sono emersi soprattutto quando siamo stati costretti a fare delle rotazioni del personale, in una stagione lunga, da 22 Gran Premi”. Considerando che quest’anno le gare saranno 23, appare quindi ancora più fondamentale limare sempre più lo scarto di prestazioni tra “titolari” e riserve: per questo, a Fiorano la squadra è stata divisa in due gruppi: una che lavora il mattino e la seconda il pomeriggio, per un totale di circa venti cambi gomme a sessione, per tre volte a settimana.
Non solo livello simile, ma anche interscambiabilità nei ruoli: “Abbiamo pensato di rendere più flessibili le funzioni dei meccanici – aggiunge ancora Ioverno –. Così un addetto alla pistola può allenarsi anche nella sostituzione della ruota”. Infine, sul “caso” della ruota mancante di Sainz a Zandvoort con il meccanico bloccato: “Non è stato lui a sbagliare, ma si è ritrovato bloccato dalla macchina perché la chiamata era arrivata troppo tardi”.
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