Il mercato dell’auto vive “tre emergenze”, ormai lo dovrebbero aver compreso tutti. Da una parte la crisi del settore, figlia della tempesta perfetta tra microchip, forniture e guerra; dall’altra l’immancabile esigenza di migliorare la sicurezza stradale e infine il percorso in atto relativo alla doverosa transizione energetica.
Una quantità e una complessità di fattori che possono essere affrontati soltanto con un’efficace politica di incentivi da parte del governo.
La richiesta arriva dal Centro Studi Promotor che prevede per il 2023 un numero di immatricolazioni pari a 1.500.000, con un calo del 21,7% rispetto al livello ante pandemia (2019). “Gli incentivi prenotabili dal 10 gennaio – spiega il presidente Gian Primo Quagliano – non sono efficaci, come d’altra parte non sono stati efficaci quelli adottati nel 2022 e presi a modello per gli incentivi in vigore. Per le auto tradizionali con emissioni di CO2 contenute, i fondi si stanno rapidamente esaurendo: occorre non solo rifinanziarli, ma anche aumentare l’entità che è di 2.000 euro”.
Anche perché il dato che bisogna sempre ricordare coinvolge tutto il Paese visto che il comparto con il suo indotto vale il 12% del PIL italiano.
“La mancata sostituzione delle auto più vecchie negli ultimi anni ha fatto salire l’età media del parco circolante italiano a 12 anni e 2 mesi contro i 10 anni di Germania, Regno Unito e Francia con quello che ne consegue in termini di emissioni inquinanti e nocive”.
Senza dimenticare, l’altro aspetto collegato all’anzianità davvero troppo elevata delle vetture circolanti sulle nostre strade.
“E cioè la tutt’altro che trascurabile circostanza che nel 2021 sulle nostre strade sono morte 49 persone per ogni milione di abitanti mentre in Germania il dato corrispondente è pari a 31. All’emergenza crisi di mercato si somma quindi un’emergenza sicurezza strada”.
Perchè com’è naturale che sia più vetture moderne circolano, più moderni sistemi di ausilio alla guida (ADAS) e di sicurezza attiva passiva intervengono a limitare incidenti e tragedie come sappiamo ancora troppo spesso accadere.
Com’è noto, per favorire la transizione energetica sono in vigore incentivi per l’acquisto di auto a zero o a basse emissioni di CO2, “ma lo stanziamento – sottolinea il presidente del Centro Studi Promotor – come è successo l’anno scorso, rischia di rimanere in gran parte inutilizzato per i vincoli che riguardano il tipo di soggetti che possono usufruirne e per il tipo di auto acquistabile con l’incentivo. Per rendere efficaci questi incentivi occorre che questi vincoli vengano eliminati e che si preveda che l’incentivo possa essere richiesto da qualsiasi soggetto e per qualsiasi auto a basso impatto”.
Vedremo se il Governo saprà recepire l’ennesimo grido di dolore del comparto.
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