Nel campo degli pneumatici si parla, spesso, di “coperta corta”. Fino ad ora, infatti, aspetti come durata, aderenza su asciutto e su bagnato, rumorosità dovevano essere gestiti in maniera molto oculata: all’aumentare di una delle caratteristiche, se ne doveva naturalmente sacrificare un’altra. A quanto pare, oggi non è più così. Ce lo ha dimostrato Bridgestone, azienda leader del settore, offrendoci la possibilità di mettere alla prova Turanza 6, pneumatico estivo erede del T005 sviluppato completamente nell’EuPG (European Proving Ground) italiano e frutto delle più recenti tecnologie.
I miglioramenti rispetto al Turanza T005, già ai vertici del segmento, sono stati notevoli. Innanzitutto, il merito è della tecnologia Techsyn, sviluppata con Arlanxeo e Solvay. Grazie alla speciale mescola, che combina gomma sintetica “tailor made” e silice, è stato possibile alzare l’asticella su resa chilometrica (+22%), resistenza al rotolamento (-4%) e rumorosità (-2 decibel). Ciò, unito ad altre soluzioni e studi innovativi (addirittura il bordino salvacerchio è stato modificato per ridurre turbolenze e resistenza aerodinamica) consente al Turanza 6 di essere classificato come EV Ready: adatto, quindi, a veicoli ibridi e 100% elettrici. Tale aspetto è coadiuvato anche da un’altra tecnologia, denominata Enlite, che permette di ridurre fino al 21% le quantità di materiali utilizzati per la produzione e, di conseguenza, anche le emissioni di CO2.
Superfluo parlare delle performance del nuovo pneumatico su fondo asciutto, soprattutto conoscendo le già ottime doti del predecessore. Ciò che ci ha stupiti maggiormente, infatti, è stato il comportamento su asfalto bagnato. Nelle prove effettuate presso il Technical Center di Aprilia, vicino Roma, il Turanza 6 non ha dato segni di cedimento in termini di grip in ogni situazione: test come aquaplaning su un solo lato (situazione purtroppo comune, ad esempio, passando a velocità sostenuta su una pozzanghera con un solo semiasse), frenata di emergenza, evitamento di un ostacolo e manovre in curva sono stati brillantemente superati.
Su tutte le vetture provate, di segmenti, tipologie di trazione e misure cerchi differenti (ricordiamo che sono ben 136 quelle totali, per cerchi da 16 a 22 pollici di diametro), il parere dei partecipanti è stato unanime. Ciò, come spiegato dai tecnici Bridgestone, è stato possibile grazie a soluzioni aggiuntive alle tecnologie già citate: spalle a profilo divergente, disegno arrotondato delle cavità e intagli 3D (simili alle lamelle degli pneumatici invernali) hanno consentito di migliorare notevolmente drenaggio ed evacuazione dell’acqua.
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