Banchero manda segnali all’Italia: vestirà la maglia azzurra?

La stagione di Paolo Banchero, avviata sempre di più verso il premio di Rookie dell’anno, ha vissuto un passaggio significativo nella notte di Salt Lake City. Il primo evento del weekend dell’All Star Game, infatti, ha visto la vittoria del Team Pau Gasol nella mini Final Four riservato ai giocatori del primo e del secondo anno e ai migliori elementi della G League (tra questi anche il figlio di Scottie Pippen); una formula già utilizzata lo scorso anno e che sembra aver incontrato i favori del pubblico, creando un torneo in formato ridotto capace di rivitalizzare la serata solitamente riservata ai rookie.  Il protagonista è stato José Alvarado, autore della tripla decisiva nella vittoria in finale sul Team Joakim Noah e protagonista di un siparietto con Donovan Mitchell. Alvarado, prima dell’azione sopra citata, è andato dal giocatore dei Cavs seduto a bordo campo scommettendo una cena che avrebbe segnato il canestro della vittoria. Detto, fatto.

Tutti gli occhi su Banchero

Le attenzioni degli appassionati nostrani erano però tutte per Banchero, in squadra con Alvarado e autore di una buona prestazione con 13 punti realizzati nelle due partite. Al termine della serata, poi, le ulteriori dichiarazioni del giocatore degli Orlando Magic sul proprio futuro con la maglia della Nazionale: «Certo che ci penso di giocare con l’Italia, a fine stagione prenderò la mia decisione». Nulla di particolarmente nuovo o clamoroso, intendiamoci, visto che più volte Banchero ha espresso lo stesso concetto di fatto dunque ribadito la scorsa notte. La fine della stagione si avvicina, non resta che aspettare; nel frattempo il futuro (si spera) azzurro si gode il regalo del Milan e confessa: «Il calcio non è tra i miei sport preferiti ma lo seguo perché lo pratica mia sorella al college». Banchero è stato impegnato anche nella notte nello Skiss Challenge in squadra con Jaden Ivey di Detroit e Jabari Smith jt di Houston, ulteriore prova di quanto sia ormai un giocatore consolidato in NBA nonostante le poche partite alle spalle. Da prima scelta assoluta al Draft non sta tradendo le attese.

Lo spettacolo dell’All Star Game

Il momento clou del weekend resta naturalmente l’All Star Game vero e proprio, che si gioca questa notte (ore 3, diretta Sky Sport Uno e Sky Sport NBA). Da una parte la squadra capitana da LeBron James, dall’altra quella guidata da Giannis Antetokounmpo: sono i due che hanno preso più voti dai tifosi, dai media e dai giocatori NBA e sono i due che avranno il compito di selezionare i componenti chiamandoli come al campetto. I primi a dover essere chiamati saranno coloro votati di più o che hanno preso il posto degli starters per infortuni: mancheranno infatti tre pezzi grossi come Kevin Durant, Steph Curry e Zion Williamson. Sarà l’All Star Game di esordio per Tyrese Haliburton dei Pacers, Shai Gilgeous-Alexander dei Thunder, Jaren Jackson jr. dei Grizzlies, il beniamino di casa Lauri Markannen dei Jazz, Anthony Edwards dei Timberwolves, De’Aaron Fox dei Kings. Ma inevitabilmente il proscenio sarà tutto per LeBron, che raggiunge il recordman Kareem Abdul-Jabbar a quota 19 partecipazioni per di più consecutive. Dopo il sorpasso nella classifica marcatori, un’altra tappa storica dunque per Il Prescelto che punta, più o meno dichiaratamente, al quarto titolo di MVP della gara per raggiungere Bob Pettit e Kobe Bryant e piazzarsi in cima all’ennesima classifica all time. Non sono solo record di facciata, nel basket NBA contano molto e fanno curriculum, sono un modo per lasciare il segno e si è ormai capito benissimo che James vuole sfruttare tutte le occasioni possibili per piazzarsi ben saldo nella storia.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/basket

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