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Di
È un’Italia che piace ed emoziona quella che batte la Francia campione olimpica e si issa fino alle semifinali dei Campionati Mondiali, ma è anche una nazionale “umana”. Una squadra che ancora non è perfetta e ha pause di gioco nel corso del match, ma che nei momenti che contano è capace di compattarsi e gettare il cuore oltre l’ostacolo senza guardare ai propri difetti, aggrappandosi alle proprie certezze e alla propria voglia di continuare a stupire. ’ È anche una nazionale che non si pone limiti; ad inizio mondiale si pensava ai quarti come ad un obiettivo realistico, mentre adesso la semifinale in terra di Polonia ci fa sognare e ci riporta indietro di lustri, a quando trovare l’Italia a questi livelli era la normalità.
Certo qualcuno dirà che i francesi hanno commesso tanti errori gratuiti, che Ngapeth è parso fuori condizione e sovrappeso, ma la verità è che ogni partita è una storia a sé, e i nostri ragazzi sono stati bravi ad avere pazienza, a non demoralizzarsi quando sono andati in difficoltà, a credere nella forza del gruppo e del lavoro svolto in estate, trovando dentro di se le risorse per riaprire un match che più di una volta sembrava aver preso la rotta per Parigi. Detto dei molti errori dei transalpini, la ricezione è pressoché speculare fra le due formazioni, mentre attacco e muro pendono leggermente a favore dei nostri; bene anche il servizio, completamente mancato nel tie break alla squadra di coach Giani, cosa che ha ricordato alcune partite di Modena…
Ma veniamo alle pagelle: mi perdonerete se oggi sono un pelo più generose del solito, perché i nostri ragazzi hanno davvero centrato un risultato prestigioso e inaspettato per molti solo 2 settimane fa.
Romanò . La scommessa di De Giorgi, il ragazzo che ha sì e no 10 presenze in Superlega ma che con tenacia e fiducia si è meritato la maglia da titolare e sta crescendo partita dopo partita. Il 53% in attacco è tanta roba, e finalmente limita le murate subite, ma è al servizio che risulta prezioso e sempre pericoloso.
Giannelli . Bravo il Simone nazionale a calarsi nel ruolo di spirito guida del gruppo e a destreggiarsi fra i tanti attaccanti. Piace l’intesa con Romanò e la scelta di dargli più palloni; bene la gestione tattica nel tie break dove trova anche due belle palle al centro.
Lavia . La sua gara non è di quelle spettacolari; sottotono in attacco e ricezione, molto falloso rispetto ai suoi standard. Ma gli ultimi 3 punti azzurri sono suoi, con tre colpi diversi intrisi della sua classe sopraffina. Resto dell’idea che sia sempre più il giocatore chiave della nazionale di De Giorgi.
Michieletto . È un mondiale complicato per il lungagnone trentino, che dopo due anni a tutta sembra concedere qualcosa alla stanchezza, più mentale che fisica. Ma è qua che si vede il suo talento smisurato, perché resta sereno e concentrato e nei fondamentali di seconda linea da un contributo importantissimo.
Galassi . Sbaglia sempre molto al servizio, ma finalmente oltre all’attacco regala all’Italia tanti muri, che innervosiscono i francesi e li portano a commettere tanti errori.
Anzani . L’eroe degli ottavi di finale finisce un po’ in sordina nel match, dimenticato in attacco e in difficoltà a muro. Ma è il bello della pallavolo, ogni gara ha una sua storia e quella di Simone e della semifinale sono ancora tutte da scrivere!
Balaso . 50% di ricezioni positive, un ace subito e tanta grinta trasmessa a tutto il reparto in seconda linea. Sempre impeccabile nella gestione dei palloni da appoggiare e alzare.
De Giorgi . In 12 mesi ha compiuto una vera impresa sportiva, ridando lustro e orgoglio ad una maglia azzurra uscita malconcia da Tokyo. Con una banda di giovani si è spinto oltre ogni più rosea aspettativa, dando vita ad un ciclo che può puntare fino al 2028. Una bella soddisfazione dopo l’esonero troppo repentino a Civitanova.
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