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Campioni del mondo: tre parole dolcissime che da ieri sera riecheggiano nella testa dei nostri ragazzi e nei cuori di tutti i tifosi che dopo 24 lunghissimi anni vedono finalmente il tricolore sventolare alto nella Spodek Arena di Katowice.
Una partita incredibile, con i polacchi che, spinti dall’onda energetica dei loro 12000 tifosi, sembrano scappare via, ma la nazionale di De Giorgi ha il potere di rendere facile il difficile, di trasformare una montagna irta di difficoltà in una dolce collina. E così, forti di una consapevolezza indistruttibile, palla dopo palla, difesa dopo difesa, gli azzurri iniziano a minare le certezze dei padroni di casa, a sgretolare le loro sicurezze, a togliere i loro riferimenti dalla partita in un crescendo rossiniano, che termina con la battuta in rete di Bieniek e consacra questo gruppo all’immortalità sportiva.
Capitan Giannelli rispecchia in pieno il valore di questo gruppo, lui che insieme a Lavia prende per mano i compagni e con l’esempio li trascina verso l’impresa, un qualcosa forse neanche immaginato venti giorni fa. Ma è tutta la squadra a rendersi protagonista e a giocare rilassata in una finale contro i padroni di casa, a trasmettere la serenità di chi sa di aver lavorato bene e crede nei propri mezzi e nel duro lavoro svolto questa estate. E penasare che dopo Tokyo 2020 tra gli addetti ai lavori c’era tanta preoccupazione per la qualificazione alle prossime Olimpiadi!
Ma veniamo ai nostri ragazzi, con la premessa che oggi i voti non contano, ma conta il cuore che hanno messo in campo tutti e 14, dal primo all’ultimo, ognuno tassello fondamentale di un puzzle riuscito alla perfezione. E che ai protagonisti citati vanno aggiunti i nomi di chi ha giocato meno, come Sbertoli, Pinali, Recine, Bottolo, Mosca, Scanferla, e naturalmente di tutto lo staff: se siamo arrivati fin qui, è merito del grande lavoro svolto in palestra da tutto il gruppo.
De Giorgi . Quando gli hanno dato in mano la nazionale dopo Tokyo e a solo un mese dall’Europeo tutti hanno pensato che era stato mandato al macello. E invece lui si è rimboccato le maniche, ha tirato una riga su molti senatori e con una banda di giovani di valore, ma poca esperienza internazionale, ha dato il via ad un progetto che in solo un anno si è trasformato in una miniera d’oro. Quello che stupisce è la serenità mentale e tecnica che è riuscito ad instillare in tutti i suoi ragazzi, unite ad un senso di appartenenza che forse negli ultimi anni era un po’ scemato. Emblematica la sua capacità nel trasformare Lavia, giocatore di talento (reduce da una stagione difficile a Modena) da “brutto anatroccolo” a bellissimo cigno grintoso e affamato di vittorie. E vederlo tornare sul tetto del mondo dopo 24 anni è una bellissima storia!
Giannelli . È l’anima della squadra, il metronomo del nostro gioco, ma anche un palleggiatore capace di chiudere la finale con 8 punti, di cui 6 in attacco! Ma quello che più mi piace di Simone è l’atteggiamento in difesa, dove è onnipresente e tira su una miriade di palloni smorzando l’euforia polacca. L’intesa con Romanò è cresciuta strada facendo, Lavia è diventato il riferimento per le palle che scottano. Ha battuto la Polonia di Grbic (suo ex allenatore) giocando alla Grbic, ovvero tanta palla in banda, molta pipe e primi tempi a fine set quando nessuno se li aspetta.
Lavia . Un anno fa sembrava un giocatore spento e senza carattere, ma in un solo anno Daniele ha completato la sua metamorfosi diventando la farfalla più bella, erede di una tradizione di schiacciatori italiani che ha fatto tremare il mondo. Inspiegabile che non abbia ricevuto nessun premio personale, lui che anche ieri ha messo a terra 21 punti contro i 13 del secondo top scorer del match. Giocatore con tutti i colpi, una tecnica sopraffina , spero di cuore possa essere il Bernardi di questo decennio.
Michieletto . 20 anni e alle spalle una carriera che molti atleti neanche riescono ad avere in una vita intera! La freddezza con cui gioca è sorprendente, fa pensare ad un Giani in versione moderna. Forse non è stato decisivo come all’Europeo, ma riguardate il secondo set: una palla vagante tirata dai 5 metri senza paura… è da li che parte la riscossa degli azzurri. E poi è muro, tanta ricezione e un futuro che farà rima con oro ancora tante tante volte.
Romanò . E pensare che in Italia nessuno lo voleva questa estate, e che se Piacenza non si fosse incastrata con gli stranieri probabilmente sarebbe finito all’estero… La sua storia è la favola più bella, mai titolare in Superlega e giocatore decisivo al Mondiale! Solo De Giorgi può spiegarci la favola di questo ragazzone mancino, apparso dal nulla nella Finale degli Europei 2021 e che passo dopo passo si è preso le chiavi dell’attacco azzurro. E in vista del futuro può solo crescere, trovare un po’ più di continuità e qualche errore di meno.
Anzani . Partito in panchina, Simone è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante in questa squadra portando concretezza in attacco e solidità a muro, lui che è l’ultimo esponente di una scuola tutta italiana che unisce capacità di lettura a ottimo posizionamento delle mani a muro. Molto bene anche in attacco, dove è sempre una spina nel fianco per i centrali avversari.
Galassi . Il suo braccio veloce lo porta ad essere uno degli attaccanti di centro più anticipati in assoluto, con una mano educata che gli permette angoli importanti. Forse è stato dimenticato un po’ troppo da Giannelli nelle ultime due partite, facendogli perdere il ritmo anche negli altri due fondamentali, ma il percorso fatto da questo ragazzo nell’ultimo anno è stato straordinario.
Russo . Falcidiato dalla sfortuna , sembrava aver perso il guizzo per diventare top player rallentato da una miriade di infortuni. E invece step by step ha saputo ripartire da zero, con coraggio e determinazione, e i punti segnati ieri sono come una rinascita in attesa di un campionato dove dovrà dare continuità a quanto fatto vedere in questo mondiale.
Balaso . Tra cubani, francesi sloveni e polacchi le braccia di Fabio devono essere un bell’en plein di lividi e botte! Ma lui non ci fa caso, e continua imperterrito a difendere palloni, a ricevere con gran qualità e a gestire le palle vaganti per il campo. Il premio di ‘best Libero’ è meritatissimo e rende merito ad un ragazzo che, dal giorno in cui è arrivato a Civitanova è cresciuto in maniera esponenziale, diventando elemento essenziale della squadra.
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