Il team manager biancoverde della prima storica stagione in A2 saluta le rive del Livenza per priorità personali che lo terranno lontano da Motta e dall’Italia. L’abbiamo incontrato per un bilancio dopo la sua prima stagione da dirigente.
Francesco come è andata la prima stagione in giacca e cravatta?
Devo dire che è stata una bella esperienza. Mi ritengo fortunato ad aver avuto al mio fianco uno staff di assoluti professionisti che mi hanno aiutato in tutti i modi per entrare al meglio nei meccanismi di questo nuovo (per me) lavoro. Ho passato la maggior parte del tempo in macchina e al telefono per gestire tutto e tutti ma ce l’abbiamo fatta.
Cosa ti è mancato di più nel non essere più un giocatore?
Sicuramente l’allenamento e il mettermi alla prova ogni giorno con i miei compagni. Ma più di tutto il giorno della gara con la squadra e i giocatori avversari.
Quanto è stato difficile il tuo lavoro così lontano da Motta e di conseguenza dalla società?
Come dicevo prima ho passato la maggior parte del tempo in macchina e al telefono con il direttore Carniel per gestire al meglio le settimane e soprattutto le trasferte. Lontano da Motta è stato tutto complicato. I viaggi in macchina tra motta e Caorle sono stati tanti per le varie riunioni. Dovevamo avere un collante perfetto io e lui e posso dire che così è stato.
Motta ha superato tante difficoltà grazie al “gruppo”. Come si mantiene unito un gruppo?
Difficoltà ne abbiamo avute tante, da inizio stagione alla fine. Dagli orari di allenamento (ricordo che il pomeriggio ci allenavamo alle 13,30!) al gestire il campo con altre realtà che se devo essere onesto non sono state così disponibili. Quindi credo che in primis sia stato merito dei ragazzi che hanno sposato al meglio la causa e si sono resi disponibili in tutto. E se posso dire un ottimo lavoro lo abbiamo fatto io e Pino (Lorizio) nel gestire il tutto lontani da Motta.
Stai tornando a Spalato dalla tua famiglia. Come hai conciliato lavoro e famiglia vista la distanza?
Sono già a casa da una settimana e devo dirti che mi mancava tutto. Non è stato per niente facile spaccare la stagione in tre step con la famiglia e tutto. Pensa poi che Izabel (mia figlia) ha appena un anno e non è stato facile non vivere con lei i tanti cambiamenti che una figlia così piccola ha giorno dopo giorno. Me li sono persie mi dispiace davvero molto. Ma ho voluto accettare questa sfida lavorativa sapendo qual era il prezzo da pagare anche per capire se era davvero quello che volevo fare dopo la carriera da giocatore.
Che stagione sarà la prossima per Motta senza Cico De Marchi?
Mi auguro possa essere un’altra stagione positiva. La famiglia ha inciso parecchio in questa mia decisione di rimanere a casa in Croazia e quindi per la prossima stagione non sarò tra lo staff di Motta. Non è un addio, che sia chiaro, ma un arrivederci. A Motta,e alla società soprattutto, devo tanto quindi un giorno di certo tornerò. Ah… auguro di trovare un sostituto alla mia altezza (ride)
Come è stato il tuo rapporto con “el comandante” e con lo staff?
Cercherò di rimanere in contatto comunque con il coach. Abbiamo creato (soprattutto dopo questa stagione) un’alchimia difficile da spiegare. “Un Duo” se così vogliamo dire, dove non serviva nemmeno parlare a volte. Ci capivamo con uno sguardo e il più delle volte il pensiero era comune. Poi come sempre gli dicevo “tu sei il capo, tu decidi. Io posso al limite darti il mio consiglio”. Devo molto a tutti. Alessio (Carraro) il mio mentore soprattutto adesso che mi sono inoltrato nel mondo della preparazione fisica, a Stefano (Galifi) per avergli fatto da cavia a tutti i suoi dispositivi (che puntualmente mi rimettevano in piedi), a PolMettyu (Paolo Mattia) per le discussioni in panchina durante le gare e a Scalco per le statistiche. La lista è lunga quindi a tutti un grandissimo grazie. Tante persone mi sono rimaste nel cuore. Chi più, chi davvero tanto, chi meno (come è normale che sia). C’est la vie.
Grazie Cico. In bocca al lupo e arrivederci?
Grazie a te e viva il lupo. Vi auguro tante altre stagioni al top e ricche di soddisfazioni. E beh certo… arrivederci!
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