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Gli appassionati di pallavolo con qualche anno sulle spalle non possono certo dimenticare il suo nome: Dmitry Fomin è stato un grandissimo protagonista del campionato italiano negli anni Novanta e Duemila con le maglie di Ravenna e Treviso, oltre che uno degli avversari più tenaci degli azzurri della Generazione di Fenomeni, con l’URSS prima e la Russia poi. Oggi Fomin è il presidente delle due squadre di Nizhny Novgorod, l’ASK maschile e lo Sparta femminile, ma sta anche vivendo un momento particolarmente difficile: l’ex campione è infatti nato a Sebastopoli, in Crimea (attualmente annessa alla Russia), e la sua famiglia si trova tuttora in Ucraina.
In una lunga intervista a BO Sport, Fomin ha parlato anche (con ovvia cautela) di questa situazione: ““.
L’intervista si concentra soprattutto sulle inevitabili conseguenze che la guerra avrà per la pallavolo russa. Fomin le ha già sperimentate in prima persona, avendo perso un giocatore dell’ASK, il lettone Deniss Petrovs, che ha scelto di risolvere il contratto: ““.
Diversi stranieri, invece, hanno scelto per il momento di rimanere in Russia: ““.
Fomin è però convinto che i risvolti negativi della crisi non mancheranno: ““.
Un altro dubbio riguarda la prossima stagione e la possibilità di tesserare nuovi stranieri: “ – ammette Fomin –“.
“ – conclude l’ex fuoriclasse sovietico – “.
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