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Spesso per tratteggiare le caratteristiche della personalità umana si usa il gioco degli opposti: furbo/ingenuo, intelligente/stupido, onesto/ipocrita, umile/superbo. Una delle dicotomie più sottili e sfumate è quella che contrappone la timidezza alla spavalderia. Mentre altri tratti personali sono in un certo senso immanenti, parte fondante della persona, il timido e lo spavaldo possono ritrovarsi nello stesso corpo a seconda dei momenti e delle situazioni.
Un fenomeno del genere si verifica quasi scientificamente sul taraflex per certe giocatrici, unte allo stesso tempo da un abbacinante talento ma anche da un carisma differente da quello di altre. ““, dicono spesso: ecco, Anna Danesi fa parte di queste campionesse particolari, macchine non di scienza ma di emozioni, che riescono ad accendersi e spegnersi come un interruttore non appena il pallone vola su un campo da gioco. Quelle stesse emozioni che ha saputo regalarci anche agli ultimi Campionati Mondiali, vissuti da protagonista assoluta.
Proprio dall’estate azzurra e dalla medaglia di bronzo nella rassegna iridata parte la nostra intervista esclusiva alla centrale dell’Igor Gorgonzola Novara.
Prima di guardare al presente, facciamo un passo indietro e ripercorriamo i cinque mesi in nazionale. Come sono stati?
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Dopo le vittorie all’Europeo e in VNL è mancata la ciliegina sulla torta o il terzo posto ai Mondiali è stato comunque un ottimo risultato?
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Come avete trovato la forza di reagire dopo la sconfitta in semifinale contro il Brasile e conquistare la medaglia di bronzo?
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Cosa le è piaciuto di più dell’Italia ai Mondiali? Invece, cosa si sarebbe potuto fare meglio?
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Quanto è difficile giocare con tanta pressione, dal momento che tutti si aspettano sempre grandi prestazioni e vittorie da voi?
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È stata nominata “Miglior Centrale” della rassegna iridata. Cosa significa per lei questo riconoscimento individuale? Ha saldato un conto aperto dal 2018?
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Ormai ha raggiunto un’affidabilità e una continuità di prestazioni senza paragoni, sia in attacco sia a muro. Ma come è avvenuto il passaggio da promessa a certezza? Quando pensa di aver fatto questo step?
“ (Orro, ndr) “.
Fuori dal campo appare come una persona timida e misurata, ma quando è il momento della partita vediamo emergere il suo lato più autorevole e sicuro di sé. Come fa a “trasformarsi”?
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Dall’azzurro della nazionale a quello della Igor Gorgonzola Novara. Cosa l’ha convinta a firmare un contratto biennale con il club piemontese?
“ (Stefano Lavarini, ndr) “.
Nemmeno il tempo di tirare il fiato dopo il Mondiale che è iniziata la stagione 2022-2023. Dove può arrivare la Igor?
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In cosa potrebbe sorprenderci la sua squadra quest’anno?
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Pallavolo e università: un binomio vincente. A un passo dalla laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione, ci racconta la sua esperienza da giocatrice-studentessa?
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Quali sono i suoi sogni per il futuro?
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