C’è un russo al terzo turno di Wimbledon. Ha fatto discutere la decisione dell’All England Club di vietare a giocatori e giocatrici russi e bielorussi di partecipare ai Championships, decisione che ha portato Atp e Wta a non assegnare punti al torneo, ma c’è un tennista, nato e cresciuto a Gatchina che è ancora in tabellone. Si tratta di Aleksandr Bublik, 25 anni e numero 38 del ranking, noto anche per i suoi show dentro e fuori dal campo. Per fare qualche esempio, anche lui, sulle orme di Nick Kyrgios, ama servire dal basso, per innervosire l’avversario. E le sue interviste sono sempre molto poco politically correct, “mi piace giocare sull’erba perchè così non devo correre troppo”, “odio la terra rossa”, “gioco a tennis soltanto per soldi”.
Bublik fino al 2016 faceva parte della nazionale russa, insieme ai suoi compagni di squadra Daniil Medvedev, Andrej Rublev, Karen Khachanov, vincitori dell’ultima edizione di Davis Cup, prima di essere banditi dalla competizione dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Il venticinquenne avrebbe dovuto essere parte integrante del team, ma nel 2016, quando aveva diciannove anni e in patria era considerato l’astro nascente del tennis, ha scelto di cambiare nazionalità, e di giocare per il Kazakistan, una scelta dettata anche da motivi economici. E così mentre quelli che un tempo erano i suoi compagni di squadra giocano a golf, l’unico prato a loro concesso, o si godono una vacanza dal circuito, Bublik ha il permesso di entrare e di giocare a Church Road. Grazie al cambio di bandiera potrà sfidare lo statunitense Frances Tiafoe. Anche in campo femminile è successa una storia simile, la russa Natela Dzlamidze, ventinove anni, a giugno ha cambiato nazionalità per essere presente a Wimbledon. Oggi, a tempo di record, il suo nome è affiancato alla bandiera georgiana, nel doppio femminile insieme alla croata Aleksandra Krunic.
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