US Open 2022 è pronto a scattare sul duro di Flushing Meadows e si preannuncia un torneo quanto mai aperto, forse lo Slam negli ultimi anni con il pronostico più difficile nel tabellone maschile. L’assenza di Djokovic è pesantissima, e non stiamo a tornare sull’annosa (e discutibile) questione che ha portato all’esclusione del campione serbo. Oltre questo “buco”, l’aspetto più importante da sottolineare è che nessuno dei giocatori top si presenta al via del quarto Slam stagione con una condizione così buona da far gridare “è lui il favorito”. Quindi è possibile che il prossimo campione a New York sarà il giocatore capace di trovare al miglior condizione, fisica e tecnica, nel corso del torneo.
Il n.1 Medvedev ha vissuto un’estate tutt’altro che eccellente. Non ha brillato nei 1000 nordamericani, è riuscito a vincere a Los Cabos il primo torneo da primo in classifica e primo di una stagione complessivamente modesta. Finora è mancato in quell’intensità e capacità difensive che lo rendono uno osso durissimo da battere sui campi in sintetico.
Zverev, un altro dei possibili favoriti, ha dovuto rinunciare, è ancora troppo presto dopo l’operazione alla caviglia che ne ha compromesso la stagione.
Nadal è forse il vero favorito se riuscirà a restare sano e salirà di forma turno dopo turno. Altro punto a suo favore un tabellone a dir poco leggero, che gli può consentire di crescere match dopo match. A Flushing ha vinto più volte, quindi è corretto considerarlo il più probabile vincitore, ma di poco sopra ad altri rivali e con la incognita della tenuta fisica.
Alcaraz si è rivelato al grandissimo pubblico proprio lo scorso anno a New York. Da allora è cresciuto in modo esponenziale, ma rispetto alla scorsa primavera sembra pagare le aspettative altissime su di lui, con una tensione che ha pagato a caro prezzo in più di un’occasione. Potrebbe spazzare via tutti i rivali, ma anche accusare di nuovo il colpo. Il futuro è suo, ma forse non ancora in questo Slam pronto a scattare.
Tsitsipas ha giocato un tennis straordinariamente offensivo a Cincinnati, ma è crollato fisicamente in finale sotto la sostanza di Coric. I 7 incontri di US Open sono spesso tra i più duri dell’anno, è un punto di domanda se riuscirà a reggere, ma di sicuro quando trova il massimo della sua forma è un potenziale vincitore, forse il terzo favorito dopo Nadal e Medvedev.
Ruud è ormai un top player affermato, tra i più duri e resistenti. Con la finale di Parigi ha confermato di essere pronto a giocarsi le sue carte nei match decisivi dei grandi tornei, e potrebbe dire la sua anche a New York. Se la condizione fisica può essere decisiva in un torneo così aperto, lui è di sicuro in prima fila.
Da sempre gli statunitensi giocano bene negli USA. Fritz ha fatto gran salto di qualità, forse non abbastanza per arrivare in fondo nello Slam di casa. Come Auger-Aliassime, ancora a corrente alternata in troppe occasioni.
Kyrgios è il “black horse” del torneo, dopo un’estate a tratti travolgente. Tuttavia puntare su di lui è sempre un azzardo e probabilmente un torneo così duro fisicamente come US Open è troppo anche per il suo tennis spumeggiante. Sembra inoltre già stanco mentalmente dopo tante partite giocate in estate.
Restano i due azzurri, Sinner e Berrettini. Hanno chance? Assolutamente sì. Berrettini ha dimostrato ampiamente che se è sano e cresce di condizione, negli Slam è uno dei più forti. Quest’estate ha giocato poco e male sul cemento, ma gli basta vincere un paio di partite per rimettersi in moto e diventare pericolosissimo per tutti.
Stesso discorso per Jannik, che non ha un brutto sorteggio nei primi turni e quindi potrebbe trovare feeling e ottime sensazioni, arrivando a potenziali incroci con Hurkacz e Alcaraz, tennisti forti ma che ha già sconfitto.
Ci aspettano due settimane di tennis intenso e con possibili sorprese.
Mario Cecchi
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