Us Open, i risultati di oggi: Nadal eliminato da Tiafoe negli ottavi

La precocità e la resilienza di Iga, gli acciacchi umani di Rafa. Se fino agli ottavi di finale degli US Open, Rafa Nadal e Iga Swiatek avevano camminato insieme, dopo le rispettive partite contro Frances Tiafoe e Jule Niemeier, i loro percorsi si sono separati. Congedato tra gli applausi il maiorchino, salvatasi in calcio d’angolo la polacca che insegue il mito di Rafa e che oggi ha tirato fuori tutte le qualità messe in mostra negli anni dal proprio idolo.

Nulla ha potuto Nadal contro un Frances in stato di grazia: 6-4, 4-6, 6-4, 6-3 il punteggio finale dopo 3 ore e 32 minuti. Probabile che Rafa non fosse in perfette condizioni fisiche, come dimostrato dal “medical timeout” chiesto a inizio di secondo set. Emblematici anche i nove doppi falli commessi dal maiorchino, rivelatisi decisivi anche nell’economia di un tabellino che ha visto, al contrario, chiudere Tiafoe con 49 vincenti, di cui 18 ace. Nadal aveva già messo in soffitta il sogno di Calendar Grand Slam dopo il ritiro prima di scendere in campo in semifinale a Wimbledon dopo Nick Kyrgios. Lo Slam 23 e l’aggancio “all time” a Serena Williams dovranno attendere il prossimo Australian Open. Per il ritorno in testa al ranking ATP, invece, bisogna capire quali sono le intenzioni di Ruud e Alcaraz.

Nei quarti di finale, privi di Nadal, Tiafoe affronterà non un Cameron Norrie con i favori di ranking, ma Andrey Rublev. Troppo impreciso e stranamente balbettante il britannico, i cui 33 errori non forzati e il misero 37% di punti vinti con la seconda di servizio sono stati indicatori di una partita in cui non è stato mai veramente se stesso, troppo sereno il russo, attento con il dritto come non si vedeva da un po’ e in doppia cifra di ace, il che non guasta mai. Gli scontri diretti dicono 1-1, ma lo statunitense ha vinto proprio agli US Open, un anno fa. Quanto a Rublev, dovesse fallire l’appuntamento in semifinale Slam anche al sesto tentativo, il russo dovrebbe chiedersi cosa va storto nel momento in cui si appresta a oltrepassare le Colonne d’Ercole. 

Swiatek avanti a fatica

Iga Swiatek, invece, ha vinto una partita che per quasi un’ora ha seriamente rischiato di perdere. Che la Niemeier potesse procurarle più di un grattacapo grazie a un dritto e un rovescio particolarmente penetranti e un servizio a cui è difficile rispondere, forse non era così impronosticabile. D’altronde, a Wimbledon, torneo con la superficie più veloce nel circuito, ad andare più avanti era stata la tedesca, non la polacca. Ne è venuta fuori una partita bugiarda, con un primo set finito 6-2 per una Niemeier ha giocato oltre i propri limiti di resistenza fisica, un secondo parziale dominato dalla Swiatek, ma non rispecchiato nel 6-4 di punteggio e un 6-0 finale che comunque non dà tranquillità a Iga, mai veramente a proprio agio in campo, come dimostrano i 35 errori non forzati. Non importa, perché la polacca è per la prima volta nei quarti di finale agli US Open, tra l’altro ampliando il proprio vantaggio nel ranking sulla numero 2, che sia Kontaveit o Jabeur (o eventualmente Pegula, Gauff o Sabalenka) a fine torneo. A soli 21 anni, la Swiatek insegue il terzo Slam in carriera, il primo lontano dal Roland Garros, il che vorrebbe dire anche una metà di Career Grand Slam.

La Swiatek, per la seconda volta in uno Slam, dovrà risolvere il rebus Jessica Pegula. Ci si gioca sempre una semifinale, ma non sulla terra rossa di quel Roland Garros ormai ribattezzato “Poland Garros”, bensì sul cemento che riveste l’Arthur Ashe e sul quale Iga ha giocato soltanto una volta, neanche una settimana fa, per la partita di secondo turno vinta contro Sloane Stephens. “JPeg”, come è stata simpaticamente soprannominata dai fotografi, è arrivata agli US Open come una tra le tante padrone di casa e, comunque vada, andrà via da top five, da quasi qualificata alle WTA Finals e, in generale, da big nel circuito femminile a tutti gli effetti, potendo vantare una regolarità in stagione sconosciuta a molte colleghe. Probabile che la Kvitova avesse esaurito le energie, sia fisiche che mentali, nella rimonta al cardiopalma contro la Muguruza: meglio così per la Pegula, alla quale, nonostante il vantaggio di campo e di superficie, servirà comunque una prestazione maiuscola: si sa, proprio come insegnatole dal proprio idolo, Iga è abituata a vincere soprattutto le partite importanti. 

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