Sovvertiti tutti i pronostici, fino a stasera.
L’Italia di capitan Volandri alle semifinali di Coppa Davis a Malaga, nonostante gli infortuni, ha messo in campo il fior fiore degli atleti. In Davis non conta solo la forma fisica e mentale: il giocatore di Davis sente in più il dovere morale verso l’Italia, sente addosso il fiato e l’afflato italico. Bisogna avere un cuore che batte italiano per vincere in coppa Davis.
Lo ha dimostrato un ragazzo serio, diligente, solido, concentrato, concreto come Lorenzo Sonego, che dopo essere entrato nel cuore degli Italiani da oggi è entrato anche nella storia della Coppa Davis, con 2 straordinarie vittorie nel singolare contro USA e Canada. Nei momenti salienti della partita Lorenzo c’è sempre stato, positivo e con tanto coraggio nelle sue corde. Nato e cresciuto a Torino, culla del Risorgimento italiano e prima capitale d’Italia, sul campo si distingue sempre per la sua divisa di colore rigorosamente azzurro. Anche Matteo Berrettini è un italiano doc, empatia e carica emozionale, e con l’umanità e il talento di Fabio Fognini formano una coppia di qualità, ovviamente lontani dalla capacità di fare squadra di Bolelli e Fognini, novelli Bertolucci e Panatta, anche per indole: calmo e riflessivo il primo, creativo e più ‘libero’ il secondo.
Filippo Volandri, con la spiccata sensibilità psicologica che un coach deve avere, come insegna Nick Bollettieri, stasera ha coraggiosamente scelto di sostituire l’infortunato Bolelli, che tristemente assiste dalla panchina, con Matteo Berrettini. Infatti di fronte a Félix Auger-Aliassime, tennista canadese numero 6 del mondo, che con la prima non colpisce ma flagella e inchioda palle sul campo, ci vuole uno come Berrettini che le palle le pianta tanto in profondità che mettono radici. Neanche la coppia Aliassime-Pospisil è particolarmente affiatata, non sono proprio doppisti da favola, e pertanto il gioco è altalenante, come i sussulti e i trasalimenti dei tifosi su sedie e divani. Lorenzo Musetti, apprezzabile per i suoi progressi, purtroppo a Malaga non è riuscito a far miracoli con avversari superiori e a dar l’anima come Sonego, ma segue con gli altri il match.
Nonostante il risultato finale (2-1 per il Canada), abbiamo vissuto la bellezza di tifare Italia con tennisti che per tutto l’anno giocano per se stessi e che invece in questi giorni sono stati una squadra. Alla fine si ha l’impressione che il confronto Italia-Canada non sia stato vinto dai canadesi ma dagli ace di Aliassime, come se la Svizzera o la Serbia avessero vinto facendo giocare Federer e Djokovic sia nel singolare sia nel doppio. La Coppa Davis viene però vinta da una squadra: e la squadra, eccezionale, stasera è stata quella italiana, una formazione coesa nonostante i numerosi cambiamenti fino all’ultimo match, e che rivedremo l’anno prossimo. Non per sfiorare, ma per alzare l’insalatiera.
Gisella Bellantone
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