Mai dare per sconfitto in partenza un numero 2 al mondo, anche se non ama sporcarsi le scarpe di terra rossa e anche se sta giocando soltanto il secondo torneo al rientro dopo uno stop di due mesi per infortunio: tanto si è sottovalutato Daniil Medvedev al Roland Garros, tanto forse adesso bisognerebbe ammettere che è il favorito per arrivare in semifinale nell’ultimo quarto di tabellone maschile.
Ci si domandava se il russo potesse alzare il livello al primo vero test nel torneo, contro quel Miomir Kecmanovic che fino a maggio stava vivendo una stagione da sogno. Medvedev ha risposto rifilando al rampante serbo, allenato da un totem del tennis come David Nalbandian, un 6-2, 6-4, 6-2 inequivocabile. Daniil è stato per Miomir come un professore che gli ha imposto l’esigenza di un esame di riparazione sulla terra rossa, sempre che il classe 1999 deciderà di giocare sul mattone tritato anche in estate, nel periodo di stagione che va dall’ATP 500 di Amburgo all’ATP 250 di Kitzbuhel, passando per gli ATP 250 di Gstaad, Bastad e Umago. Lo zero su due alla voce palle break sfruttate dal serbo è il dato più eloquente per spiegare quanto in due ore Kecmanovic sia stato inoffensivo in campo.
L’impressione è che la strada di Medvedev verso una semifinale già prenotata contro Stefanos Tsitsipas, il quale nel frattempo ha liquidato il malcapitato Michael Ymer lasciandogli appena cinque game, passi soprattutto da un Marin Cilic anche lui colpevolmente sottovalutato al Roland Garros. Tra i due esiste un unico, ma significativo precedente negli Slam, che risale al terzo turno di Wimbeldon nel 2021: il croato era stato avanti 7-6, 6-3, prima che il russo mettesse in piedi una rimonta da due set a zero di svantaggio che mai gli era riuscita in carriera fino a quel momento. Dovesse superare l’ostacolo, forse poi Medvedev potrà permettersi qualche esperimento tattico in più nei quarti di finale, perché chiunque dovesse trovare tra Rublev e Sinner non sembra essere al meglio. In un match pieno di ribaltamenti di fronte contro Garin, il russo ha ripreso per i capelli un quarto set a cui il cileno penserà per giorni, avendo avuto due break di vantaggio prima e cinque set point nel tiebreak poi. Una simile impresa è riuscita all’italiano, acciaccato e incerottato per un problema al ginocchio, ma eroico nel salvare undici set point nel secondo parziale contro l’altrettanto sciagurato Mackenzie McDonald. Impossibile individuare un favorito tra Andrey e Jannik, ma è interessante notare come l’altoatesino conduca 2-0 negli scontri diretti sulla terra rossa, il secondo dei quali si è giocato neanche un paio di mesi fa agli ottavi di finale del Masters 1000 di Montecarlo.
Quanto al tabellone femminile del Roland Garros, il titolo per la giornata di oggi è “munitevi di cerotti”. Alize Cornet si sarà chiesta quanto volubile possa essere il pubblico sul Philippe Chatrier, che due giorni prima aveva cantato a squarciagola per lei dopo la vittoria contro Jelena Ostapenko e che oggi si è sperticato a fischiarla quando è stata costretta al ritiro, immobile e disperata, sotto 0-6, 0-3 contro Qinwen Zheng. A tal proposito: meglio preparare i fuochi d’artificio per il primo scontro diretto tra la cinese e una Iga Swiatek che ha mostrato qualche piccola crepa contro una volenterosa Danka Kovinic. Per la polacca aver ottenuto la trentunesima vittoria di fila, ma rischiando di dilapidare un vantaggio di 6-3, 4-1 potrebbe essere un’onta da lavare immediatamente con un 6-0, 6-1 da rifilare a una rivale nuova di zecca. Altrimenti il pubblico sarà comunque felice di aver trovato qualcuno che possa mettere in difficoltà il robottino di Varsavia.
Non ha avuto il tempo di ricevere fischi, tanto che è scappata via dal campo scura in volto, Paula Badosa, costretta al ritiro contro Veronika Kudermetova per un problema al ginocchio. La spagnola ha lasciato Parigi praticamente in contemporanea ad Aryna Sabalenka, sconfitta da Camila Giorgi in una partita dai due volti: nel primo parziale la bielorussa non aveva offerto neanche una palla break, dall’1-1 in poi non ha più tenuto il servizio.
Che ormai in tabellone non siano rimaste più top ten, Swiatek esclusa, non stupisce neanche più di tanto, ma la novità è che, a meno che Jessica Pegula non trionfi al Roland Garros, a fine torneo a salire alla posizione numero 2 nel ranking WTA sarà Anett Kontaveit, la quale, sei titoli WTA a parte, in palmares vanta soltanto due finali WTA 1000 (entrambe perse), a Wuhan nel 2018 e a Doha nel 2022, una finale alle WTA Finals, persa contro la Muguruza sei mesi fa, e un unico quarto di finale Slam, agli Australian Open nel 2020. Un bilancio non esattamente da prima pagina, ma in stagione mancano ancora Wimbledon e gli US Open per migliorarsi.
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