Un coro unanime arriva dai grandi ex del tennis sulla deciione di Wimbledon di vietare la partecipazione agli atleti russi e bielorussi. “Decisione assurda”, dice Bertolucci, “Un’ingiustizia” aggiunge Barazzutti. “Roma non deve fare lo stesso errore”, il pensiero di Panatta. Le parole in occasione della presentazione di “Una squadra”, docuserie Sky Original sulla storia della nazionale italiana di tennis che vinse la Coppa Davis nel ’76
“Oggi al Foro Italico giocherei con la maglietta ucraina”. A dire così è Adriano Panatta, in riferimento alla maglietta rossa indossata provocatoriamente (contro il regime di Pinochet) in Cile nel 1976 alla finale di Coppa Davis. L’occasione è la presentazione di “Una squadra”, la docuserie Sky Original sulla storia della nazionale italiana di tennis che vinse la Coppa Davis nel ’76 e che negli anni successivi raggiunse la finale altre tre volte, in onda su Sky Documentaries dal 14 maggio alle 21.15 (i primi due episodi andranno anche su Sky Sport Uno domenica 15 maggio, subito dopo la finale degli Internazionali d’Italia).
Per quanto riguarda il veto ai tennisti russi a Wimbledon replica: “E’ una vergogna che non possano giocare. Si mettono i veti, ma poi si continuano ad avere rapporti con la Russia. Era quello che succedeva tra Italia e Cile anche nel 1976”. “E’ una forma di razzismo- continua Panatta- se vado a Parigi sono un italiano in Francia, non rappresento certo l’Italia”.
“Escludere i tennisti russi e bielorussi da Wimbledon è un grosso sbaglio che penalizza venti giocatori tra uomini e donne e l’ipotesi di estendere la decisione anche agli Internazionali d’Italia è una buffonata. Non credo che ci siano i tempi per
decidere di estromettere i tennisti russi e bielorussi da Roma – ha proseguito Bertolucci -. Il Cio finora ha raccomandato questa strada alle federazioni per sanzionare la Russia di Putin, ma ora più che indicare dovrebbe decidere. Prima di Roma lunedì prossimo inizia il torneo di Madrid, dovrebbe avere lo stesso problema, vediamo cosa succederà in Spagna”.
Dal 1976 al 1980 l’Italia è la squadra da battere. Parliamo di tennis e il trofeo per cui si lotta è la Coppa Davis. La squadra è formata da quattro giocatori, quattro campioni: Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci, Adriano Panatta, Tonino Zugarelli.
In quei cinque anni raggiungono la finale quattro volte, vincendo solo nel ’76 contro il Cile. Le finali raggiunte ma poi perse sono nel ’77 contro l’Australia, nel ’79 contro gli USA e nell’80 contro la Cecoslovacchia. Nel ’76 e nel ’77 la squadra ha come capitano non giocatore una leggenda del tennis italiano, Nicola Pietrangeli, ritiratosi dall’attività agonistica solo da pochi anni. Pietrangeli verrà esonerato dai suoi giocatori dopo la sconfitta del ’77 in Australia. Lo considera il più grande tradimento subito nella sua vita. La docuserie racconta una squadra a volte divisa, frammentata, con al suo interno rapporti difficili, conflittuali, sia tra i giocatori che con chi li guida e allena. Una squadra, una nazionale, che nel momento in cui ha la vittoria a portata di mano viene osteggiata e combattuta nel suo stesso Paese. E nonostante tutto questo, in quegli anni la squadra più forte del mondo.
La docuserie Sky Original sarà in onda su Sky Documentaries dal 14 maggio alle 21.15, disponibile anche on demand e in streaming su NOW. I primi due episodi di una squadra saranno in onda anche su Sky Sport Uno domenica 15 maggio, subito dopo la finale degli Internazionali d’Italia.
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