Musetti in Davis, più di una vittoria (e bravo Volandri)

Nel tennis le partite non sono tutte uguali. Ci sono delle vittorie (e, purtroppo, delle sconfitte) che ti cambiano un torneo, una stagione. Persino una carriera. Vittorie che arrivano in periodi particolari, di crescita, quando sei in una fase in cui stai spingendo per fare un salto ma ancora non ci sei riuscito, perché le certezze su cui stai lavorando ancora non sono così solide. O perché i pezzi del puzzle sono ancora disordinati nella tua testa e nel tuo gioco. Questo è quello che potrebbe esser accaduto ieri a Lorenzo Musetti a Bratislava, in Coppa Davis. Il successo contro Gombos nel match decisivo, che porta l’Italia avanti nella competizione quando le cose si erano fatte maledettamente complicate, è più di una vittoria, per tutto il team azzurro e soprattutto per Musetti.

Intanto è bene sottolineare che Musetti è il primo italiano nella storia a esordire in Davis con una vittoria sul 2-2 di una sfida di Davis. Non era mai accaduto (grazie a Giorgio Spalluto per la nota, molto interessante), fatto questo che rende ancor più merito al giovane toscano e sottolinea ancor più la bellezza e importanza del successo. Alcuni penseranno, “sì, ok, bella vittoria, ma era Gombos…”. Vero… ma la Davis è una “brutta bestia”, solo chi l’ha giocata e vissuta sulla propria pelle può capire che razza di frullatore sia. Tanti campioni sono crollati, hanno avuto la gambe tremanti di fronte al “peso” di una maglia nazionale, di un pubblico ostile, di una partita decisiva. Sampras, Edberg, Lendl, per citarne tre non esattamente scarsi, e l’elenco potrebbe esser ben più lungo. Musetti ha vinto una partitona, perché il buon Norbert era “on fire”.

Quando sei in Davis il ranking conta il giusto. Lo slovacco ha tirato fuori per oltre un’ora il meglio del suo repertorio, bordate piatte, potenti, offensive, con pochissimi errori. Ha vinto il primo set, col pubblico che l’ha portato per mano, la situazione per il nostro team era a dir poco precaria. L’eliminazione era vicina. Qua è venuto fuori il Giocatore, quello che con classe ha tirato fuori la propria cattiveria agonistica, ha approfittato del primo calo del rivale per “montargli addosso”, con una grandinata di rovesci uno più bello dell’altro, finalmente un paio di risposte ottime, senza tremare, ma trasformando in adrenalina positiva le tensione del momento. La partita pareva in controllo, invece ha perso il vantaggio nel terzo, con l’altro di nuovo molto incisivo con i propri colpi. Ecco la conferma della forza del nostro. “Muso” non è crollato, è restato calmo. Prima ha sparato due Ace per portarsi 5-4 e poi è andato a prendersi il match con un break decisivo nel decimo game. Ha approfittato della tensione nel braccio del rivale, ha spinto con fermezza e lucidità senza esagerare. Puoi farlo quando hai mano, talento, visione, ma soprattutto ti senti forte dentro, ami la sfida, sai giocarti i punti importanti. “Vatti a prendere il punto” ha urlato Filippo Volandri all’ultimo game, e Lorenzo ha non solo eseguito, ha brillato.

In tutto questo la vittoria è importantissima. Per il momento, per il contesto, per come Musetti ha retto il peso di un match pesantissimo all’esordio in Nazionale. Ma soprattutto per come se l’è giocata. Lorenzo non ha prodotto un match strabiliante dal punto vista tecnico. Questa vittoria non risolve i nodi ancora irrisolti nel suo tennis. C’è tantissimo da fare sulla seconda di servizio, sulla risposta, sul trovare fluidità e tempo d’impatto quando cerca di avvicinarsi alla riga di fondo per spingere, passaggio necessario anche se difficile. Questa vittoria però è la conferma di quanto sia giocatore, di quanto sia forte nei momenti caldi, della sua capacità di tirare fuori il meglio nei grandi contesti. Una vittoria che deve dargli ancor più fiducia, convinzione e spinta per crescere tecnicamente, sospinto da questa forza agonistica. Questo successo può cancellare finalmente quella fase grigia attraversata nella seconda metà del 2021, in cui troppi dubbi l’hanno fiaccato, finendo per impoverire anche il suo gioco, tornato flebile, troppo difensivo, poco incisivo. Questa vittoria è nettare purissimo di energia positiva. Quando hai un talento come suo, la positività è indispensabile, perché giochi sul momento, devi sentire la libertà che ti fa correre il braccio. Un talento a-la-Musetti vive di questo.

Voglio fare i miei personali complimenti anche a Filippo Volandri, che nel weekend (e già nelle ultime finali di Davis) si è preso qualche critica ingiusta. Ha avuto molto coraggio a buttare in campo il più giovane ed esordiente per vincere il match decisivo (io al posto suo avrei fatto lo stesso), lo ha stimolato per tutto il match, tenuto calmo, focalizzato. Si è preso un rischio, perché un’eventuale brutta sconfitta poteva essere una mazzata micidiale per Lorenzo. Poteva brucialo. Ma lui conosce il “Muso” benissimo, l’ha visto lavorare in settimana. Ha sicuramente sentito che era il momento per dargli questa responsabilità, che era pronto ad accettare la sfida e dare il suo meglio per farcela. I grandi capitani hanno visione e coraggio. Oggi “Filo” ha dimostrato di essere un ottimo capitano, perché sembra ancora uno di loro, ma l’arguzia per stimolarli e spingerli al meglio.

“Nemmeno a sognarlo un esordio così” ha detto Musetti a caldo, appena vinta la partita, ai microfoni si Supertennis. A volte i sogni diventano realtà, quando si è bravi a cogliere il momento.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/

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