Sconfitto in finale dodici mesi fa, Federico Coria si toglie la soddisfazione di vincere l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS. Fa valere l’esperienza contro un ottimo Francesco Passaro, che recrimina per i due setpoint sciupati nel primo set. “Non ero convinto di allenare Federico, poi ho deciso di provare e sono molto soddisfatto” dice coach Schneiter, che svela: “Amo allenare giocatori che mi seguono e ascoltano”.
Lo voleva a tutti i costi, questo titolo. Nonostante abbia giocato a meno di 24 ore dall’esordio sull’erba di Wimbledon, Federico Coria ha giocato l’ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (45.730€, terra battuta) al massimo della motivazione. La finale persa dodici mesi fa non gli era andata giù, così si è preso la rivincita più bella battendo in finale un combattivo Francesco Passaro col punteggio di 7-6 6-4. Capita raramente che la finale sia la partita del torneo, ma in questo caso è stato certamente così. Il perugino è sceso in campo con le idee chiare: spingere con criterio, evitare il più possibile la ragnatela di palleggi di Coria ma senza andare fuori giri, come invece era accaduto a Shevchenko in semifinale. Nel primo set giocava alla pari, forse meglio, del suo avversario. Aveva una palla break sul 2-1 e – soprattutto – vedeva passare il treno buono sul 5-4 e 15-40 sul servizio di Coria. Sciupati i due setpoint ha retto fino al tie-break, ma qualche giocata un po’ avventata e l’impressionante solidità dell’argentino gli hanno fatto perdere sei punti di fila (da 2-1 a 2-7). Perso il primo set, Passaro ha continuato a lottare e ha tenuto bene fino al 4-4, ma quando ha servito per rimanere nel match è andato un po’ in confusione e ha ceduto il servizio in quello che è stato l’unico break della partita. La differenza tra i due è stata tutta qui, nella gestione dei momenti importanti, non certo nel gioco. A sostenere Federico Coria c’era coach Andres Schneiter, allenatore top per un giocatore che top non lo è ancora, e probabilmente non lo diventerà. Ma il lavoro con “Fefo” è straordinario: portarlo a ridosso dei top-50 è stato un ottimo traguardo. D’altra parte, in diciassette anni di attività Schneiter ha portato undici giocatori tra i top-100 con alcuni capolavori, come Mariano Puerta top-10 e Cristian Garin tra i primi venti.
BELLA ATMOSFERA
“Le finali portano sempre un po’ di tensione extra – dice Schneiter, soprannominato “Gringo” per i capelli biondi e gli occhi azzurri – Francesco non voleva palleggiare troppo e ha evitato scambi troppo lunghi. Per un po’, la palla gli è rimasta dentro. Federico era teso perché non è riuscito a fare subito la differenza come gli era riuscito nei match precedenti. Credo che a questo livello abbia una solidità maggiore rispetto agli altri, ed ero convinto che nel corso della partita Francesco commettesse qualche errore in più, invece ha lottato fino alla fine e abbiamo dovuto aspettare l’ultimo game per vedere un calo”. Secondo Schneiter, il momento chiave della partita sono stati i due setpoint annullati nel primo set. “Lo avremmo potuto perdere, invece portarlo a casa è stato cruciale – continua – nel secondo abbiamo cambiato leggermente il modo di giocare, in tanti scambi Federico ha preso in mano lo scambio con il dritto. E la partita è stata un po’ diversa”. Si è giocato in un clima fantastico: il Centrale dell’ASPRIA Harbour Club era esaurito, con oltre 300 appassionati che hanno affollato le tribune: e se Passaro era il più sostenuto, c’era un gruppetto di tifosi di Coria, molto rumorosi. Dopo il matchpoint, l’argentino li ha premiati lanciando la racchetta nella loro direzione. A 30 anni, l’argentino non può certo sperare di eguagliare i successi del fratello, ma è diventato un giocatore credibile, uno che può dire la sua anche nel circuito maggiore. “L’anno scorso avevamo l’obiettivo di chiudere tra i top-100 ATP, quest’anno volevamo giocare solo grandi tornei – continua Schneiter – vorremmo vincere un torneo ATP ma l’idea è costruirsi una classifica tale da giocare sul cemento senza pensieri e senza l’ansia di fare punti. Giocando di più sul cemento si impara, e si migliora”.
LE AMBIZIONI DI CORIA
Ciò che non manca a Coria è l’ambizione: Schneiter è un allenatore di prima fascia, uno che potrebbe ambire a giocatori di classifica ancora più alta. E allora gli abbiamo chiesto perché ha accettato di allenarlo. “Lui voleva a tutti i costi giocare nel circuito ATP – racconta il “Gringo” – quando lavoravo con Garin e Londero lo seguivo da fuori, e quando ho chiuso la partnership con Garin lui mi ha voluto a tutti i costi. Non ero molto convinto, gliel’ho detto perché ci conosciamo bene e sapeva che magari avrei preferito un altro giocatore, ma alla fine abbiamo deciso di provare”. I risultati sono dalla loro parte, e Schneiter è soddisfatto “Raggiungere un best ranking al numero 52 è buono, lui non se lo aspettava. Adesso però proveremo a fare meglio. Lavoro anche con Hugo Dellien, appena rientrato tra i top-100. Mi piace allenare tennisti che ascoltano a seguono le mie indicazioni: in passato mi è capitato di lavorare con qualcuno che non aveva troppa voglia di ascoltare, e questo non mi piace. Al contrario, mi gratifica molto aiutare i miei giocatori a superare il limite. Certo, mi piacerebbe avere un top-10 o un top-20, ma magari in futuro succederà. Direi che l’esperienza non mi manca”. Lo dice mentre lui è il suo giocatore hanno già un piede sull’aereo che li porterà a Londra, laddove proveranno a sfruttare la fiducia accumulata a Milano, sia pure su una superficie completamente diversa. Va così in archivio, con il successo di Federico Coria (terzo argentino a vincere dopo Delbonis e Pella), la sedicesima edizione dell’ASPRIA Tennis Cup. Un torneo che si fa forte dell’esperienza e su una macchina organizzativa più che collaudata. Oltre alla perfetta riuscita della vicenda agonistica, il ritorno degli eventi collaterali (gli ormai storici aperitivi in terrazza, organizzati dagli sponsor) ha reso ancora più piacevole una settimana di successo, anche in termini di pubblico. E gli appassionati milanesi hanno scoperto un ragazzo di cui sentiremo parlare, e che si è fatto ben volere sin dal primo giorno. Non è detto che Francesco Passaro rigiocherà questo torneo, ma è certo che la sua stella ha iniziato a brillare proprio a Milano. “Sei un grande giocatore, ma una persona ancora migliore” ha detto Coria durante la premiazione. Sipario, in attesa dell’edizione numero diciassette. Il 2023 è già stampato nella bacheca con l’albo d’oro del torneo, appesa nel tunnel dell’ASPRIA Harbour Club. Ma adesso è tempo di inserirci il nome di Federico Coria.
ASPRIA TENNIS CUP – TROFEO BCS (45.730€, terra battuta)
Finale Singolare
Federico Coria (ARG) b. Francesco Passaro (ITA) 7-6(2) 6-4
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