Jannik Sinner ha parlato al quotidiano La Stampa.
Dichiara l’azzurro: “Nei momenti difficile esce il vero carattere di un giocatore. A me viene naturale tirare forte quando c’è il punto che conta. Un po’ di paura la provavo un pochino quando mi buttavo giù da una montagna in discesa libera con gli sci. Quando sono stato in Slovacchia per la Coppa Davis ho pensato che non eravamo poi lontani dai bombardamenti.
Quest’anno è andato meglio dello scorso dove a Monte-Carlo persi al secondo turno contro Djokovic. Battere Zverev non è facile e anche Rublev devi saperlo battere, è stato un tabellone molto duro.”
“Le racchette un tempo le incordavo da solo. Facevo anche competizioni ma avevo una macchinetta più piccola che mi costringeva a qualche passaggio in più degli altri. Alla fine se mi ci metto incordo una racchetta in 20 minuti circa. Il servizio è un colpo che devo migliorare lo so. Ora servo già un po’ più forte. Contro Carreño a Miami ho fatto 15 ace. Devo migliorare anche il tocco di palla, slice di rovescio e smorzate. Bisogna allenarle“.
“Con Alcaraz potrebbe essere una bella rivalità negli anni. Oppure potrebbero arrivare altri giocatori, magari una rivalità con altri tre o quattro, è ancora presto per dirlo. Tra due anni vedo al vertice Alcaraz, Berrettini, Tsitsipas, Zverev e Aliassime.
“Vagnozzi mi ripete sempre di giocare il 100% di quello che ho. Ci provo, anche quando non sono al meglio, quando non è giornata. Se non funziona il servizio puoi sempre provare con il diritto, il rovescio o la volée“.
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