Una notte sdraiati sui prati, fuori da Church Road per avere la possibilità di partecipare ai festeggiamenti organizzati per il Campo Centrale. Mentre a Wimbledon il Court più famoso del mondo celebra cento anni di storia, fuori dal circolo dopo due anni di stop ritorna la queue, la leggendaria fila che, unica al mondo, permette ad alcuni fortunati e ostinati tifosi di oltrepassare i cancelli pur non avendo il biglietto. Ai Championships il tennis è cominciato alle 12 come da inscalfibile tradizione, l’attesa molto prima. Da sabato pomeriggio infatti gruppi di fan muniti di santa pazienza, tende per trascorrere la notte, libri, generi di ogni conforto, racchette da tennis e da padel con cui giocare per ammazzare il tempo, si sono presentati davanti a Wimbledon Park. Anche questo fa parte della magia di questo Slam e forse non hanno torto coloro i quali sostengono che chi non è mai stato parte della queue non conosce davvero Wimbledon.
Si possono incontrare persone di tutto il mondo e di tutte le età, maniaci dei gesti bianchi ed erbivori della prima ora. Quest’anno, per esempio, in coda alla ricerca di un posto per il primo giorno di torneo, c’erano una coppia del Sussex che sperava di festeggiare l’anniversario di matrimonio con vista su Djokovic, californiani in viaggio verso l’Europa e le sue meraviglie, ragazzi non troppo avvezzi di serve and volley ma comunque affascinanti dal total white anacronistico in tutto il resto del mondo ma non qui, e poi Danilo, un ragazzo di Napoli disposto a una notte in tenda pur di avere l’opportunità di vedere Matteo Berrettini o Rafa Nadal all’opera. I campi più aristocratici del mondo, quelli del quiet please e del Royal Box, c’è spazio per tutti, o meglio, per tutti quelli che sono disposti a fare le ore piccole lontano da casa. C’è adrenalina nell’aria fin dalle prime ore del giorno da questa parte del circolo, anche chi ha staccato il ticket numero 1500 è entusiasta di svegliarsi all’alba per rimanere in attesa. Le regole per far parte della quei sono severe e l’organizzazione intransigente. Ogni mattina alle 6 in punto gli steward richiamano all’ordine tutti i richiedenti ai quali viene chiesto di formare la fila, alle 7.30 le persone ricevono i braccialetti per il campo Centrale, il campo numero 1 e numero 2, a seconda della disponibilità del giorno.
Anche questo è Wimbledon, mentre nel religioso silenzio del campo centrale che ha cento anni e li porta benissimo Novak Djokovic apriva le danze della nuova edizione del torneo, la numero 135, poco distante da lì, centinaia e centinaia di persone in aria di festa speravano di avere una chance per entrare. Senza nessuna garanzia di riuscirci. Ma anche questo è Wimbledon, l’altra faccia più pop e goliardica della Cattedrale di questo sport.
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