Da qualche tempo è tornata prepotente da voglia di tennis su erba. Forse perché il gioco si è fin troppo omologato su schemi ben precisi sui campi in sintetico, forse perché grazie alla più antica delle superfici si assistono ad incontri diversi e caratterizzati da più varietà di gioco. Da qualche anno le settimane di tennis sui prati tra Parigi e Wimbledon sono diventate tre (oltre al classico torneo di Newport dopo i Championships), con la soddisfazione di tutti. Tuttavia c’è una lacuna evidente, soprattutto a chi governa il tour maschile: non c’è un Masters 1000 su erba. Sulla sua nascita molti concordano da tempo. Anche il Presidente dell’ATP Andrea Gaudenzi ha parlato del tema, esprimendo un parere assai favorevole, soprattutto perché dal Masters 1000 di Roma a quello che si disputa in Canada corrono oltre due mesi, con due Slam ma nessun evento premium ATP. Ecco le dichiarazioni in merito di Gaudenzi, raccolte da tennishead.
“Abbiamo da anni tre Masters 1000 sulla terra battuta, cinque sul duro all’aperto e uno sul sintetico indoor. Ci sono tre settimane tra Open di Francia e Wimbledon e l’erba è l’unica superficie su cui non si gioca un torneo Masters 1000. Questo significa che tra la Roma e il Canada Masters in estate, l’ATP non ha contenuti premium da offrire ai tifosi per due mesi. Poiché quasi tutti i giocatori iniziano a metà delle tre settimane sull’erba prima di Wimbledon, un Master sull’erba ha senso”.
Secondo l’opinione comune, i principali candidati a diventare M1000 sono i due tornei più ricchi e collocati a metà della mini-stagione sui prati: Queen’s di Londra e Halle in Germania. Quale dei due ha più potenziale?
“I tedeschi amano il tennis e la sua storia”, continua Gaudenzi, “è lo stesso con il mercato del Regno Unito. Ha le stesse possibilità della Germania di diventare un Masters sui prati. Offre il vantaggio che i giocatori sono già a Londra prima di Wimbledon. Ma: Londra ha già Wimbledon. Il nostro piano è che ci saranno dieci tornei ATP Masters 1000 in futuro”.
Un’affermazione importante, in attesa della trasformazione di Roma e Madrid (e poi di altri tre eventi) in tornei con tabelloni da 96 giocatori e con la durata di 12 giorni.
Chi potrebbe vincere la “corsa verde” e diventare un 1000? Halle ha un centrale moderno (anche se costruito con delle strutture a dir poco fastidiose per le ombre sul campo), con una copertura mobile ed un’area grande ed attrezzata, praticamente pronta all’upgrade. Il Queen’s vive di un fascino straordinario grazie ad una location senza tempo, ma con limiti strutturali ben precisi, superiori a quelli di Monte Carlo. Una scelta che non sarebbe facile da attuare, ma che potrebbe diventare realtà nel prossimo futuro. A meno di futuri inserimenti di altri tornei interessati alla potenzialità dell’evento, e capaci di far saltare il banco (Tiriac?).
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