Bernard Tomic torna a far parlare di sé. In un cambio campo nel match di qualificazione agli Australian Open, il 29enne si rivolge al giudice di sedia: “Scommettiamo una cena che ho il Covid? E’ possibile che ci mandino in campo senza un test PCR ufficiale?”. L’australiano ha perso il match con il russo Safiullin 6-1, 6-4 in appena 57′
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Bernard Tomic ne combina un’altra delle sue. Il 29enne australiano, ex n°17 del ranking e precipitato al n°257, ha infatti detto al giudice di sedia che è certo che risulterà positivo al COVID-19 durante il match di qualificazione agli Australian Open perso 6-1, 6-4 in soli 57 minuti contro il russo Roman Safiullin. Presentatosi in campo con una pettinatura biondo ossigenata, Tomic (che non giocava un torneo dallo scorso settembre, quando si è ritirato al 1° turno in Kazakistan) è stato letteralmente schiacciato dal nuovo fenomeno russo, esaltatosi in ATP Cup a fianco di Medvedev. Sotto 1-2 nel secondo set, Tomic ha detto al giudice di sedia Aline Da Rocha Nocinto, al cambio di campo, che è certo di avere il virus: “Sono sicuro che nei prossimi due giorni risulterò positivo, te lo dico io – ha detto il 29enne durante il cambio di campo – Ti offro la cena se non risulto positivo entro tre giorni, altrimenti me la offri tu“. Tomic non è nuovo a esternazioni che fanno scalpore, in una carriera segnata da eccessi che ne hanno dilapidato il talento.
Tomic, abulico e poco rattivo, è stato anche visto prendersi i battiti nel corso della partita. Al cambio campo ha anche contestato il protocollo per i giocatori agli Australian Open: “Stanno permettendo ai giocatori di entrare in campo con test rapidi nella loro stanza, andiamo… nessun test PCR ufficiale“, ha detto l’australiano, che ha perso il primo set in soli 23 minuti prima di incassare la quinta sconfitta consecutiva. Dopo il match ha scritto un post su Instagram: “Mi sento davvero male, ora sono tornato nella mia stanza d’albergo. Ho appena parlato con i medici in loco e mi hanno chiesto di isolarmi. Non potevano ancora curarmi per evitare il contatto”.
Il protocollo sanitario degli Australian Open è rigido: tutti i giocatori e lo staff del torneo devono essere vaccinati o avere un’esenzione concessa da un gruppo di esperti indipendenti (vedi caso Djokovic). Motivi validi per l’esenzione sono considerati: un contagio recente negl ultimi sei mesi, una reazione avversa dopo una dose di vaccino, una malattia cardiaca infiammatoria, una cardiopatia grave, una allergia a qualche componente del vaccino o un’altra condizione acuta. L’ATP ha confermato che il 97% dei giocatori in Australia è vaccinato. Tutti i giocatori sbarcati hanno dovuto presentare un tampone PRC negativo nelle ultime 72 ore precedenti al volo e sono stati testati nuovamente al loro arrivo. Inoltre secondo il protocollo australiano, sono testati al 6° giorno dal loro arrivo. Gli atleti sono sistemati al Crown Towers, in una sorta di bolla con vetture dedicate per il trasporto ai campi. In caso di contatto stretto con un positivo, scatta la quarantena di sette giorni.
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