Addio a Nick Bollettieri

È mancato Nick Bollettieri, storico coach e icona del gioco, maestro di generazioni di tennisti statunitensi e non solo. Aveva 91 anni. Due settimane fa le figlie avevano “preparato” il triste evento, salutando il padre con una toccante foto di famiglia stretta intorno a Nick e il messaggio “Papà sta per passare alla sua prossima tappa. Per favore, pregate per lui per una partenza serena e un viaggio meraviglioso. Ti vogliamo bene papà”.

Personaggio discusso, per molti un genio, un vero guru e innovatore, per altri una sorta di “ciarlatano” bravissimo nel marketing ma assai carente sul piano tecnico e umano, Bollettieri è stato un rivoluzionario nella disciplina. Nei primi anni ’80 arrivarono i frutti dei suoi metodi di insegnamento e soprattutto visione per il tennis totalmente innovativa: massima aggressività, anticipo estremo, preparazione fisica spinta al massimo un gioco senza compromessi, con alcuni settori un po’ “trascurati” (il gioco di volo per esempio) per spingere oltre i limiti i colpi da fondo campo. Dopo Jimmy Arias e Aaron Krickstein, i primi giocatori forgiati con i suoi metodi, arrivò la covata d’oro del tennis a stelle e strisce, destinata a cambiare per il sempre il modo di giocare: Jim Courier (primo n.1 costruito da Nick), Michael Chang, Pete Sampras e Andre Agassi. Pete non fu un vero prodotto della sua Academy, ma “Big Jim” e soprattutto Andre Agassi sono stati il manifesto vivente del suo modo estremo di intendere il tennis, super aggressivo da fondo campo, fin dalla risposta.

Successivamente plasmò Monica Seles, ragazza dal talento smisurato che cambio letteralmente il modo di giocare il tennis femminile, quindi Maria Sharapova (arrivata da Nick a 9 anni), Mary Pierce, Ana Kournikova, Jelena Jankovic, Tommy Haas, Kei Nishikori, Xavier Malisse e moltissimi altri tennisti, tra collaborazioni a tempo (anche con Boris Becker, tra gli altri) e vere scoperte nella sua struttura, diventata un vero punto di riferimento a livello mondiale, nonostante molti ne criticassero i metodi “militari”. Anche la nostra Raffaella Reggi approdò in Florida da ragazzina crescendo sotto la guida di Nick.

Nato in un sobborgo di New York da genitori emigrati dall’Italia, si è laureato in filosofia presso lo Spring Hill College (Alabama) e quindi nel 1956 si dedicò all’insegnamento del tennis dopo aver abbandonato la facoltà di giurisprudenza dell’Università di Miami. Tra i primi studenti di Bollettieri vi fu Brian Gottfried. Dopo un periodo passato alla Wayland Academy di Beaver Dam, nel Wisconsin, si spostò in Florida, per il clima migliore, facendone la base dei propri interessi.

Nel 1978, Bollettieri aprì la Nick Bollettieri Tennis Academy (NBTA) vicino a Bradenton, in Florida, su un’area di 162.000 m² nella contea di Manatee. La sua Academy aveva metodi mai visti prima, con un organizzazione studiata in ogni aspetto con l’obiettivo di portare giovani promettenti a diventare campioni. Il suo avvento, nonostante molti detrattori, ha cambiato il modo in cui il tennis veniva insegnato ai giovani più dotati e l’impatto tecnico della sua visione è stata una rottura epocale, seguita dalla maggior parte degli allenatori in tutto mondo, poi migliorata e corretta.

Il colosso International Management Group (IMG) ha acquistato l’accademia da Bollettieri nel 1987, ma Nick ha continuato a gestire e svolgere un ruolo fondamentale nello sviluppo della struttura per tutta la sua vita. Nel 2014 è stato inserito nella International Tennis Hall of Fame.

Personaggio discusso, da molti amato da altri odiato, è sempre stato molto disponibile con tutti gli appassionati. Non si negava mai a foto e autografi, prodigo di consigli a chiunque lo avvicinasse, con il grande sorriso e gli occhiali da sole d’ordinanza. Nelle sue conferenze in giro per mondo ha spiegato la sua visione per il gioco, una vera rivoluzione, tanto che nella storia del tennis possiamo tracciare un pre e un post Bollettieri. Addio e grazie Nick, non sarai mai dimenticato.

Marco Mazzoni


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