Allora Pernat, a Valencia tutta l’attenzione e il tifo saranno per Bagnaia.
«In realtà ci saranno due gare, due sfide Mondiali separate. Quella per il titolo tra Bagnaia e Quartararo, quella per il podio nella classifica finale tra Espargaro e Bastianini. Sulla carta è più facile quella di Enea».
Non crede che per Pecco sia fatta?
«Il traguardo è molto vicino, ma la matematica dice che a Bastianini serve un punto, a Bagnaia due. E poi c’è una differenza sostanziale: il titolo mette molta più pressione. Enea si gioca un valore di mercato, soldi in premi per lui e per il team Gresini, possibili sponsor, ma il peso tra il Mondiale e il terzo posto è ben diverso».
Togliamoci subito il dente: gli ordini di scuderia hanno pesato o pesano sul risultato del Mondiale?
«No, ma sono stati gestiti male dalla Ducati. Non c’era neppure da parlarne. Siamo in un mondo di professionisti e Bastianini non è ancora compagno di squadra di Bagnaia. Lo sarà, ma adesso sono solo compagni di marca. Enea corre per il team Gresini, che paga le moto alle Ducati e per farlo ha bisogno di sponsor e gli sponsor arrivano con i risultati… Bastava fare altro».
Ovvero?
«La Ducati poteva garantire a Enea il terzo posto prima, così lui sarebbe stato libero di aiutare Pecco. Non l’hanno fatto e si è arrivati all’ultima gara con la matematica che non garantisce ancora nulla a nessuno dei due. Per questo Bastianini, pur con un occhio di riguardo, ha provato a vincere le ultime gare».
A giudicare dall’agitazione degli uomini Ducati il suo atteggiamento non è piaciuto…
«Polemiche sterili. E poi scusate, perché fare quelle camminate dal box al muretto che hanno solo attirato critiche? Ci sono le cuffie no? Potevano usarle».
Ma le comunicazioni radio non ci sono in MotoGP.
«Io le cuffie le vedo…».
Insomma, non le è piaciuta la gestione della Ducati…
«No, ma ancor più quella estiva con il tiramolla infinito tra Bastianini e Martin su chi promuovere il prossimo anno al fianco di Bagnaia nel team ufficiale. Hanno creato un dualismo che ha messo in difficoltà tutti. Enea l’ha patito e senza quello avrebbe chiuso prima la questione del podio mondiale. Anzi, lo dico, forse avrebbe potuto essere della partita per il titolo. Jorge l’hanno proprio rovinato, perché mentalmente è meno solido. Infatti ha collezionato sei zeri. Ma fa parte della strategia aziendale di Borgo Panigale… Detto questo Gigi (Dall’Igna, ndr) ha aiuto Enea, perché gli ha dato la carena nuova e alcuni aggiornamenti per la sua GP21. Su questo non posso lamentarmi».
Quindi domenica a Valencia come andrà a finire?
(Sorride, ndr)) «L’ho sognato».
Ovvero?
«Bagnaia ha un problema tecnico e deve ritirarsi, Bastianini gli regala il Mondiale vincendo con un sorpasso all’ultimo giro su Quartararo. Un film bellissimo».
Pecco merita il titolo?
«Assolutamente. Bagnaia è consistente, fortissimo. L’inizio tribolato con tanti errori non è colpa sua: l’abbassatore anteriore ha messo in difficoltà tutti e la moto ha iniziato ad andare a Jerez. Non capisco chi lo mette in discussione. Ha vinto sette gare, risposto sempre agli errori e alla pressione. Per me è più forte di Quartararo».
Quindi non crede che Fabio perda per manifesta inferiorità della moto?
«No. Quartararo ha perso il Mondiale al 50% per colpa di una Yamaha inferiore alla Ducati, ma al 50% per la sua testa. In Malesia dove ha corso libero ha conquistato il podio, prima non ha saputo guidare sopra i problemi della moto perché non ha retto la pressione. Ed è recidivo. Anche l’anno scorso nelle ultime gare ha rischiato di perdere il Mondiale per il braccino. È la sua caratteristica negativa, mentre Bagnaia ha dimostrato di reggere la pressione e le difficoltà».
Però Bagnaia è messo in discussione.
«Per me c’è un problema di comunicazione, di come viene trasmesso il personaggio. Non lo si aiuta dando credito a chi pensa che sia stato aiutato».
Colpa della Ducati?
«Sì, perché lì come in Ferrari viene prima la moto del pilota, ma non solo. Penso anche a VR46. L’Academy è una cosa straordinaria, ma c’è ancora il confronto con Valentino che pesa. Per me invece Pecco ha vinto da solo ed è fortissimo. Lo sa anche Enea: batterlo nel corpo a corpo è molto difficile».
La gente ha bisogno di rivalità…
«Sì, ma quei due si stimano. Si danno sportellate fin da quando sono bambini, senza mai screzi. E le famiglie si conoscono e si apprezzano. In Malesia siamo andati a un evento Suomi insieme: parlavano come due amici di macchine e di vita di tutti i giorni. È sbagliato creare tensione tra loro. Il prossimo anno faranno un Dream Team».
Qualcuno in Ducati ha rievocato le risse tra Iannone e Dovizioso, altri azzardano il paragone con Prost-Senna…
«La prima cosa mi fa arrabbiare. Reputo un insulto paragonare Bastianini a Iannone. E lo dico avendo lavorato con entrambi. Enea ha ben altra testa. Prost-Senna? Magari si parlasse di Bagnaia e Bastianini così… Ma ripeto: tra loro non succederà mai quello che si è visto in pista nel passato, perché si tratta di due campioni con la testa sul collo. Meglio che la gente e gli avversari si mettano l’anima in pace: quest’anno hanno vinto 11 gare in due, il prossimo anno possono vincerle tutte. Sono fortissimi, la moto pure e ci sono circuiti che si adattano più allo stile di uno o dell’altro. Insomma, sarà la squadra perfetta».
Noi l’abbiamo battezzata Ducati B&B.
«Io la chiamerei Ducati 3B».
Perché?
«Ci aggiungo una terza… dimensione: Bezzecchi. Marco è la terza B della Ducati che può dominare. Oserei dire che il titolo di rookie dell’anno era scontato per le sue qualità, ma ha fatto una stagione pazzesca. E devo dire anche VR46 come team. Nuovo in MotoGP, ma ha lavorato molto bene. Anche Marini è forte. Rispetto agli altri è un diesel, ma è cresciuto tanto. Per fare il salto di qualità gli manca solo il podio, che per altro merita».
Quindi tra moto e piloti la Ducati aprirà un ciclo?
«Sì, anche se il livello in MotoGP è molto alto e bisogna vedere come reagiranno gli altri. Yamaha, Aprilia, Ktm che sta investendo molto, Honda soprattutto».
Marquez tornerà l’uomo da battere?
«Sta cercando di tornare il fenomeno che era e con una moto a posto sarebbe più vicino a essere il vecchio Marquez, ma la Honda non glielo permette. Per me lui è ancora al 50% del suo top, così come la moto. Con questi presupposti l’uno non aiuta l’altra».
Non crede che la Honda possa uscirne in fretta? Avrà anche Mir e Rins in soccorso.
«Prima di tutto sono state scelte obbligate. E poi la questione è semplice: se la Honda rimette a posto la moto come piace a Marquez sarà sempre e solo lui a riuscire a guidarla forte, se farà come la Ducati una moto per tutti Marc a fine contratto se ne andrà. Un gran casino».
Un’ultima domanda guardando lontano: il futuro sarà di Bagnaia, Bastianini e Bezzecchi o vede un prossimo nuovo crac?
«Arbolino. Scusate la bestemmia, ma in lui vedo qualcosa di Valentino. Sapete che penso che i piloti siano come i funghi: ci sono quelli buoni e i porcini. Ecco, Tony è un porcino come Rossi, Biaggi, Stoner, Lorenzo. Quest’anno è cresciuto di testa e le ultime vittorie lo dimostrano. Il prossimo si giocherà il Mondiale di Moto2 e nel 2024 passerà in MotoGP. Ha una voglia di arrivare pazzesca e si allena come un matto, fin troppo. Ed è un personaggio. Nel paddock ne abbiamo bisogno».
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