ROMA – Ogni fattore in MotoGp può essere quello vitale per una buona performance. Le gallerie del vento, nei quartier generali delle scuderie, sfornano ogni anno componenti aerodinamiche sempre più innovative. A volte può essere però il pilota stesso a costituire un elemento di attrito e questo succede – ad esempio – quando presenta un’altezza importante. Come nel caso di Luca Marini (VR46 Racing Team) che, con i suoi 184 centimetri, è il pilota più alto della classe regina. “Sto ancora lavorando – ha detto il fratello di Valentino Rossi in un’intervista riportata da “motorsport-total.com” – alla mia posizione sulla moto. Penso di essere peggio di Lorenzo, perché esigo tanto dalla Ducati (scuderia che fornisce il motore al team del Dottore, ndr)”.
Jorge Lorenzo (171 centimetri) ha infatti iniziato a vincere con la Yamaha solo quando trovò l’assetto giusto tra sella e serbatoio per una seduta confortevole e performante. Un aspetto cruciale per Marini, che dice: “Una seduta comoda mi fa perdere qualcosa sul rettilineo. Velocità che nei test non serviva, ma nei Gran Premi sì“. Un altro fattore vitale per un pilota molto alto come Marini è il peso, da tenere sempre sotto controllo per non perdere reattività e accelerazione sulla moto. Non solo però Marini. Sì perché ci sono altri “giganti” in MotoGp, come il campione del mondo 2020 Joan Mir (1,81m) e Aleix Espargaro (1,80m). Mentre è Andrea Dovizioso, 1,65 metri, il pilota meno alto in griglia.
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