I test effettuati a Girona, in Spagna, hanno sprigionato tutto lo stile Harley Davidson con quel tocco “ribelle tipico degli ultimi modelli prodotti. La Low Riders St e della RH975 Nighster sono quindi pronte per la presentazione ufficiale: la prima mostra chiari rimandi allo stile tipico del marchio americano, la seconda conserva invece l’aspetto più “wild” della rivoluzione Harley-Davidson.
Ibra passione Harley Davidson: eccolo in sella alla sua V-Rod
Fascino, fascino, fascino. Descrivere le sensazioni di guida a bordo di una moto come la Low Rider ST non può prescindere da una consapevole presa di coscienza: mezzi come questo sfuggono alle normali logiche di giudizio, per approdare sulle impalpabili sponde delle emozioni. Il regno dell’irrazionale, della pancia, del trionfo della passione sulla ragione. Dove distribuzione dei pesi, quote ciclistiche da catamarano e badilate di newton metro sparse tra i cilindri smettono di essere argomento di discussione e si trasformano in tratti distintivi di personalità e carattere. Qui le concessioni alla modernità sono ancora un tira e molla che trasuda tradizione, nonostante i led delle luci e le vibrazioni mitigate dal doppio contralbero di bilanciamento del motore. Insomma, la Harley che ti aspetti quando compri una Harley, che però si è evoluta. Coerentemente con la sua storia, ma si è evoluta: il doppio disco anteriore frena bene, forte e deciso; il V-Twin Milwaukee-Eight 117 ti tira via dalle curve con una forza bruta, ma sempre controllabile. Senza strappi.
Una moto che nel misto la senti nei bicipiti ad ogni cambio di direzione. Che dialoga col corpo di chi la guida in maniera sincera, prevedibile. Senza reazioni inattese. Un gioco gustoso fatto di complicità e sensazioni forti, reso galvanizzante dalle pedane che fatalmente incidono l’asfalto con circonferenze sempre più ardite (il consiglio è di comprarne subito un paio di riserva, si rischia di consumarle in fretta).
In velocità, accucciati dietro alla carenatura, si possono coprire lunghe distanze in pieno comfort, con una stabilità eccellente, anche lanciandosi sui curvoni a tutto gas. Mentre un plauso va alle valigie laterali, molto ben concepite e praticissime da usare. E alla strumentazione, minimal ma con tutte le info a portata di sguardo. Bene anche il cambio; solo la leva della frizione, nell’uso più intenso, è risultata un po’ dura. Il prezzo parte da 22.100 euro.
La RH975 Nightster, al contrario, è la Harley che non ti aspetti. Non solo per la dotazione innovativa, ma anche da un punto di vista dinamico. Innanzitutto è leggerissima (rispetto alla Low Rider sembra di guidare una bicicletta). E la manovrabilità è tale, che insieme alla sella a 700 mm di altezza la rende davvero un mezzo adatto a tutti, dai più esperti ai neofiti. Ma soprattutto, si tratta di una moto moderna, sia nell’impostazione di guida, che nella resa. Le pedane sono centrate, il manubrio, in posizione avanzata, porta a distendere il busto moderatamente in avanti, ma senza esasperare la postura.
Tra le curve, la Nightster piega con la sola forza del pensiero. La luce a terra non è elevatissima ma comunque di tutto rispetto per una custom; e così si riescono a godere in scioltezza andature nel misto particolarmente disinvolte. Ottima agilità, ciclistica precisa e stabile, si scende in piega in maniera veloce e altrettanto veloci sono i cambi di direzione.
A spiazzare è invece il motore. Che si allontana dalla tipica esplosività ai bassi regimi dei bicilindrici di Milwaukee, per abbracciare un’erogazione più omogenea, che non disdegna la parte alta del contagiri. In altre parole, c’è molto più allungo, anche nelle marce basse, e si usa meno il cambio. E alla fine, quel che si perde in termini di carattere, lo si guadagna in trattabilità.
A convincere meno, invece, è la gestione elettronica dei riding mode: “Road” è sicuramente l’opzione più equilibrata ed efficace; “Sport”, diversamente, fa registrare un eccessivo effetto on-off nell’apri e chiudi del comando del gas, mentre “Rain” fiacca fin troppo l’erogazione. Bene, invece, il comportamento di traction control e sistema di controllo dello slittamento, che restituiscono feeling elevato e sensazione di sicurezza anche su fondi molto bagnati.
Infine, una considerazione sul prezzo. Venduta a 15.400 euro, la Nightster si avvicina un po’ troppo ai 16.600 della più potente e raffinata Sportster S, che per molti, a questo punto, potrebbe rappresentare un’opzione più allettante. Senza contare poi, che a quella cifra, alcune finiture (posizionamento dei cavi, plastiche “leggerine” e cablaggi a vista) potrebbero far storcere il naso a più di qualcuno.
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